LA VOCAZIONE DELL’UOMO ALLA LUCE DELL’ANTROPOLOGIA FRANCESCANA – 4 Ottobre 2017

Il ruolo dell’uomo è centrale nella visione di San Francesco: non si parla mai di Dio senza che, allo stesso tempo, appaia la figura del suo partner umano, come se fosse impossibile incontrare l’uno senza l’altro. Questa relazione è centrata intorno al mistero della Trinità, in cui si rivela il dono che Dio fa di sé alla creatura nella forma della comunione. Un Dio che si dona completamente, si riveste di debolezza e povertà, nel senso di apertura radicale all’altro.  

La visione francescana dell’uomo è dinamica in ragione dell’opera dello Spirito santo, che conduce a pienezza il divenire ad ‘immagine e somiglianza’ di Dio inscritto nell’uomo sin dalla creazione e in vista di  Gesù Cristo che si è incarnato. La visione francescana è relazionale, soprattutto in quanto considera l’uomo come fratello: è nel contatto vitale e segnato dall’apertura all’alterità che l’uomo compie e approfondisce il pellegrinaggio verso di sé, che altrimenti gli resterebbe precluso. La visione francescana dell’uomo è segnata dalla dimensione della minorità: per accogliere l’altro nella sua integrità, occorre restare dinanzi a lui con umiltà, stimandolo superiore a se stessi; promuovere l’altro vuol dire ascoltarne anche le zone più fragili, convinti che il cammino della crescita resta sempre aperto, anche nella debolezza della persona.

L’esperienza della ferita del peccato e della morte dà ragione della debolezza dell’uomo, che lo pone tra miseria e grandezza, tra il desiderio di Dio e la ricaduta in se stesso. La lotta perché nell’uomo risplenda l’immagine originaria è quel cammino di sequela e di progressiva assimilazione a Gesù Cristo che il percorso formativo intende favorire (Dal piano per la formazione della Provincia Romana dei Frati Minori – 2003).

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