LA VOCAZIONE DELL’UOMO ALL’INCONTRO CON IL DIO DI GESU’ CRISTO – 3 Ottobre 2017

Nella visione giudaico-cristiana l’essere umano è considerato ‘a immagine e somiglianza’ di Dio, capace di conoscere e amare il suo Creatore. Costituito dalla relazione fondamentale con Dio, esso è il ‘tu di Dio’. Per avere una buona conoscenza dell’uomo, dell’uomo autentico è necessario conoscere prima Dio stesso e per conoscere Dio è necessario conoscere l’uomo.

L’immagine è la dimensione incancellabile che rimane in chiunque, anche in colui che nega Dio; la somiglianza è l’elaborazione che ogni uomo compie in fedeltà alla grazia sull’immagine divina che è in lui. Noi rimaniamo sempre ‘ad immagine’, mentre diventiamo ‘a somiglianza’. Qui troviamo la radice della vita secondo lo Spirito e dell’agire morale dell’uomo nuovo in Cristo. L’uomo che vuole comprendere se stesso deve avvicinarsi a Cristo, deve appropriarsi della realtà dell’incarnazione e redenzione per ritrovare se stesso.

Al centro del cammino formativo sta la forma di vita di Gesù Cristo, storia di libertà che dischiude ad ogni uomo la possibilità di essere persona in pienezza. La forma di vita di Gesù Cristo culmina nel dono pasquale di sé, che ne svela il senso ultimo, mentre apre all’uomo la via dell’amore oblativo.  La forma di vita di Gesù fonda l’antropologia cristiana sui rapporti nuovi inaugurati dall’agape. Si tratta dell’amore maturo, capace di amare l’altro non per i propri fini, ma per promuoverlo nella sua crescita: un amore che è dono di sé senza riserve per la relazione con l’altro e la valorizzazione dell’altro: conduce a ridurre l’orizzonte del proprio io, che tende ad affermarsi a scapito dell’altro ( Dal piano per la formazione della Provincia Romana dei Frati Minori – 2003).

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