SCOPRIRE LA MIA IDENTITÀ PROFONDA – 22 Dicembre 2018

         «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato» (Lc 3,22 e Sal 2,7).

         L’uomo conosce veramente se stesso solo alla luce di Dio. Naturalmente non va disprezzato ciò che può conoscere di se stesso attraverso mezzi umani (esperienza di vita, psicologia, scienze umane). Ma tutto questo gli procura solo una conoscenza limitata e parziale del proprio essere. Egli non ha accesso alla sua identità profonda se non alla luce di Dio, nello sguardo che gli rivolge il Padre celeste.
         Tale conoscenza ha un aspetto che a prima vista è negativo, ma che conduce in seguito a qualcosa di estremamente positivo.
         Riguarda il nostro peccato, la nostra miseria profonda, che si conoscono veramente solo alla luce di Dio. Dinanzi a lui non sono più possibili menzogne, nessuna scappatoia né giustificazione, non vi sono maschere che tengano. Siamo costretti a riconoscere ciò che siamo, con le nostre ferite, le nostre fragilità, le nostre incoerenze, i nostri egoismi, le nostre durezze di cuore, le nostre complicità segrete col male e così via.
         Ma Dio è tenero e misericordioso, e questo svelamento avviene solo progressivamente, mano a mano che siamo capaci di sopportarlo. Dio non ci mostra il nostro peccato se non rivelandoci allo stesso tempo il suo perdono e la sua misericordia. Scopriamo la tristezza della nostra condizione di peccatori, ma anche la nostra povertà assoluta in quanto creature.
         Questa tappa di verità è necessaria; non c’è guarigione se non si conosce la propria malattia. Solo la verità rende liberi.
         Dopo aver raggiunto tale consapevolezza, sia arriva a qualcosa di ancora più profondo e infinitamente bello: al di là dei nostri peccati e delle nostre miserie, si giunge alla scoperta della nostra condizione di figli di Dio. Dio ci ama come siamo, di un amore assolutamente incondizionato, ed è questo amore che ci costituisce nella nostra identità profonda.
         Più profondo e più essenziale dei nostri limiti umani e del male che ci affligge vi è al fondo di noi come un nucleo intatto e puro, la nostra identità di figli di Dio.

 (padre Jacques Philippe)

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