LA FORZA DI DIO NELLA DEBOLEZZA – P. A. Louf – 16 Maggio 2018

Una delle più antiche professioni di fede della chiesa, e una delle più convincenti, citata da Paolo nella sua seconda lettera ai Corinzi, esprime chiaramente questa tensione salutare tra la tentazione e la vittoria, tra la debolezza e la forza, fino ad applicarla alla pasqua di Gesù: “Egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio” (2Cor 13,4). Gesù fu crocifisso ed è morto a causa della debolezza dell’uomo, debolezza che ha preso su di sé fino all’estremo; ma a partire da questa debolezza è risuscitato e ora vive per la potenza di Dio. Proprio in questa debolezza, che è la nostra, Gesù ha incontrato la potenza di Dio, ed è a partire da questa debolezza che Dio lo ha risuscitato a nuova vita. Anche per Gesù la debolezza dell’uomo è stata il cammino che gli ha permesso di incontrare la potenza del Padre. Ecco perché il discepolo che vuole servire Gesù nel suo cammino deve necessariamente accettare a sua volta la propria debolezza e quindi la tentazione. Dopo che Gesù ha sofferto la nostra debolezza e ne è morto per risorgere, la potenza di Dio è nascosta al cuore di ogni debolezza umana, come un seme che si prepara a germinare grazie alla fede e all’abbandono. Fino a quando ci opponiamo in mille modi alla nostra debolezza, la potenza di Dio non può agire in noi. 

Articoli consigliati