LA VOCAZIONE DELL’UOMO ALL’INCONTRO CON L’ALTRO – 2 Ottobre 2017   

L’uomo è considerato dalla tradizione antropologica occidentale essenzialmente come persona. Il concetto di persona rimanda al carattere relazionale dell’essere umano. L’uomo non trova in se stesso la propria ragion d’essere, né la sua completa realizzazione. Già per la corporeità che la connota, la persona umana è presente al mondo e ai suoi simili in un rapporto di reciprocità. Per questo l’uomo si ritrova al centro di una rete di relazioni, che va dall’ambiente in cui vive, agli altri uomini, alla dimensione trascendente. Il tipo di questa dimensione relazionale della persona è la relazione uomo-donna. È proprio attraverso questa fondamentale relazione che la persona si scopre chiamata alla reciprocità, al dialogo, all’incontro con l’altro. La dimensione sessuale assume così il valore peculiare dell’incontro e dell’integrazione con l’altro-da-sé.

Tanti dati positivi non possono non tener conto di quanto, nella medesima persona, contrasta in vario modo con quest’apertura e capacità di relazione. La stessa persona, fatta per la relazione, si ritrova spesso a vivere per se stessa, quando non nel conflitto con l’atro. Una mancata integrazione dei vari aspetti della personalità, fa sì che l’uomo sperimenti dolorosamente una divisione in se stesso, tra ciò che vede e riconosce come bene e ciò che contraddice questa sua aspirazione. In questa prospettiva antropologica, dalla quale ne deriva una di tipo pedagogico, si evidenzia anche il valore positivo del concetto di “crisi”. Essa può essere, infatti, proprio un’occasione positiva per integrare il proprio vissuto in un contesto di crescita.

 

( Dal piano per la formazione della Provincia Romana dei Frati Minori – 2003)

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