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RICOLMATI DELL’AMORE DI DIO – 5 Giugno 2018

         Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1Gv 4,10), l’amore adesso non è solo un «comandamento», ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro.
         In un mondo in cui al Nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell’odio e della violenza, questo è un messaggio di grande attualità e di significato molto concreto. L’amore del quale Dio ci ricolma, deve essere comunicato agli altri.

(Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

LA DIREZIONE DECISIVA – 4 Giugno 2018

         «Abbiamo creduto all’amore di Dio» (1Gv 4,16) – così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o un grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.

(Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

PERCHÉ ALTRI SI INNAMORINO – 3 Giugno 2018

         Molti di noi desiderano fortemente conoscere Gesù, ma spesso faticano a comprendere che Lui solo è la fonte di una vera scoperta di sé, poiché è nella relazione con Lui che la persona giunge, in ultima istanza, a scoprire se stessa. Di conseguenza, sembra che i giovani chiedano testimoni autentici: uomini e donne in grado di esprimere con passione la loro fede e la loro relazione con Gesù, e nello stesso tempo di incoraggiare altri ad avvicinarsi, incontrare e innamorarsi a loro volta di Gesù.

(Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018) 

I GIOVANI E GLI INSEGNAMENTI DELLA CHIESA – 2 Giugno 2018

         I giovani cattolici le cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale desiderano comunque essere parte della Chiesa. D’altra parte, molti giovani cattolici accettano questi insegnamenti e trovano in essi una fonte di gioia. Desiderano che la Chiesa non solo si tenga ben salda ai suoi insegnamenti, sebbene impopolari, ma li proclami anche con maggiore profondità.

 (Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018)

LA RICERCA DEL SENSO DELL’ESISTENZA – 1 Giugno 2018

         Molti giovani non sanno rispondere alla domanda “qual è il senso della tua vita?”. Non sempre riescono a collegare la vita con il senso del trascendente. Tanti giovani, avendo perso fiducia nelle istituzioni, non si riconoscono più nelle religioni tradizionali. Tuttavia, i giovani sono aperti alla spiritualità.
         Oggi la religione non è più vista come il mezzo principale attraverso il quale un giovane si incammina verso la ricerca di senso. Gli scandali attribuiti alla Chiesa – sia quelli reali, che quelli solo percepiti come tali – condizionano la fiducia dei giovani nella Chiesa e nelle istituzioni tradizionali che essa rappresenta. La Chiesa può rivestire un ruolo vitale nell’assicurare che questi giovani non siano esclusi, bensì che si sentano accettati.

(Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018)

USO PRUDENTE DEI SOCIAL MEDIA – 31 Maggio 2018

         Quando ci riferiamo alla tecnologia, è necessario comprendere il duplice aspetto del suo utilizzo. Se da un lato i progressi tecnologici hanno migliorato sensibilmente le nostre vite, è anche necessario farne uso in maniera prudente. Come in tutte le cose, un utilizzo sconsiderato può avere delle conseguenze negative. Mentre per qualcuno la tecnologia ha arricchito le nostre relazioni, per tanti altri ha preso la forma di una dipendenza, diventando un sostituto della relazione umana e persino di Dio. Nonostante questo, la tecnologia è ormai parte integrante della vita dei giovani, e come tale deve essere compresa. È evidente che i giovani di tutto il mondo stiano consumando in maniera ossessiva i prodotti multimediali. È necessario offrire formazione ai giovani su come vivere le loro vite digitali.

(Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018)

I GIOVANI E IL FUTURO – 30 Maggio 2018

         Sogniamo maggiori opportunità, di una società che sia coerente e si fidi di noi. Cerchiamo di essere ascoltati e non solamente di essere spettatori nella società, ma partecipanti attivi. Cerchiamo una Chiesa che ci aiuti a trovare la nostra vocazione, in tutti i suoi significati. Inoltre, tristemente, non tutti crediamo che la santità sia qualcosa di raggiungibile e che sia una via verso la felicità.
         Cerchiamo l’opportunità per poter lavorare e costruire un mondo migliore. A tal proposito, la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica è in particolar modo strumento d’informazione privilegiato per i giovani cattolici che vogliono perseguire questa vocazione.

(Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018)

VALORIZZARE LE DIFFERENZE – 29 Maggio 2018

Molti giovani sono abituati a vedere la diversità come una ricchezza, è considerano un’opportunità un mondo pluralistico. Il multiculturalismo ha il potenziale di facilitare un ambiente per il dialogo e la tolleranza. Valorizziamo la diversità di idee nel nostro mondo globalizzato, il rispetto per il pensiero dell’altro e la libertà di espressione. Nonostante questo vogliamo anche preservare la nostra identità culturale ed evitare l’uniformismo e la cultura dello scarto. Non dovremmo aver paura della nostra diversità, ma valorizzare le nostre differenze e tutto ciò che ci rende unici.

(Giovani. Riunione pre-sinodale. Roma, 19-24 marzo 2018)

GIOVANI. RIUNIONE PRE-SINODALE (Roma, 19-24 marzo 2018) – 28 Maggio 2018

Queste sono le riflessioni di giovani del 21° secolo provenienti da diverse religioni e contesti culturali. Questo documento è volto a fornire ai vescovi una bussola che miri ad una maggiore comprensione dei giovani:

“I giovani cercano il senso di se stessi in comunità che siano di sostegno, edificanti, autentiche e accessibili, cioè comunità in grado di valorizzarli. Riconosciamo luoghi che possono aiutare lo sviluppo della propria personalità, tra i quali la famiglia occupa una posizione privilegiata.

Alle volte le parrocchie non sono più dei luoghi di incontro. Abbiamo bisogno di trovare modelli attraenti, coerenti e autentici. Inoltre, le nostre esperienze ecclesiali possono sia formare che influenzare la formazione della nostra identità e personalità. I giovani sono profondamente coinvolti e interessati in argomenti come la sessualità, le dipendenze, in matrimoni falliti, le famiglie disgregate, così come i grandi problemi sociali, la criminalità organizzata e la tratta di esseri umani, la violenza, la corruzione, lo sfruttamento, il femminicidio, ogni forma di persecuzione e il degrado del nostro ambiente naturale. Questi sono elementi di profonda preoccupazione nelle comunità vulnerabili in tutto il mondo. Abbiamo paura perchè nei nostri Paesi troviamo instabilità sociale, politica ed economica.

Alle prese con queste sfide, abbiamo bisogno di inclusione, accoglienza, misericordia e tenerezza da parte della Chiesa, sia come istituzione che come comunità di fede”.

DIO ALLA RICERCA DELL’UOMO – 27 Maggio 2018

La vita spirituale vuole essere una esperienza di Dio che incontrato, conosciuto e amato diventa quel Dio che plasma tutta la vita del cristiano e le dà senso. Ma essendo Dio colui che non si può  vedere senza morire,  così recita l’adagio biblico, essendo il nostro Dio colui che nessuno ha mai visto, come si può fare esperienza di Dio? Ebbene il credente conosce una esperienza che trascende la sua stessa intelligenza e riguarda il suo cuore, il suo volere operare. È una esperienza che egli traduce con parole umane, “io sento”, “io credo” che Dio è presente, aderisco al Dio Vivente.

Queste parole, a volte in certe ore, sono talmente aderenti ai sentimenti di chi crede da sembrare racconti di ciò che uno ha visto, racconti pieni di autorevolezza, racconti affidabili. Altre volte pronunciati in ore di aridità, di oscurità, sono così deboli da lasciar spazio al dubbio. E tuttavia chi passa attraverso queste terre, a volte deserte, a volte feconde, continua a credere, ad aderire, a sentire un legame con il Dio Vivente. Si sente testimone della presenza o dell’assenza di Dio, ascoltatore della sua voce o del suo silenzio.

L’uomo è sempre un cercatore e in questa sua disposizione è sempre capace di cercare Dio, non fosse altro perchè l’alterità radicale, significata dalla morte, sta sovrana nella ricerca di senso dell’uomo.

È la morte che crea in noi la ricerca del senso. E tuttavia nel cristianesimo va detto, e oggi siamo in grado di comprenderlo meglio di ieri, che è Dio che viene alla ricerca dell’uomo. È Dio  che sempre previene l’uomo, è Dio  che gli propone l’avventura dell’Alleanza, l’esperienza spirituale, in cui è lui, attraverso lo Spirito a farsi sentire vicino e vivente.

Enzo Bianchi

UNA VITA AMATA – 26 Maggio 2018

“E che voi siete figli lo prova che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida in noi Abbà! Padre!” (Gal 4,6). Avere una vita spirituale significa lasciare spazio allo Spirito che ci fa sentire amati e figli. Da questa esperienza l’uomo l’uomo ne esce radicalmente cambiato perché avverte un senso alla propria vita che non è più consegnato a ciò che gli accade. L’uomo avverte di avere un senso non perché la vita va per il verso giusto, ma perché si sente di Qualcuno, si sente amato. In questo senso nel contesto contemporaneo abbiamo bisogno di vita spirituale, cioè abbiamo bisogno di una radicale esperienza di appartenenza e di amore. L’eclissi dei padri, così come alcuni hanno definito questo momento, è esattamente l’eclissi dell’appartenenza. Si comprende quindi perché il cristianesimo non promette una vita più fortunata, ma una vita amata. È nell’esperienza dell’amore il nocciolo vero di ogni vita spirituale.

LA VITA SPIRITUALE – 25 Maggio 2018

La vita spirituale non è una tecnica. Non è un insieme di preghiere. Non è una capacità nostra (come il silenzio,  il gusto, la riflessione). Essa è l’azione dello Spirito Santo dentro ciascuno di noi. Questa azione la potremmo definire come un’esperienza profonda e decisiva di Amore. Un’esperienza di relazione che ci dà un senso di appartenenza che cambia tutta la nostra esistenza.

RALLENTARE – 24 Maggio 2018

La parola rallentare non è semplicemente intesa come una velocità ridotta delle cose, ma come impegno a gustare ciò che si vive. Gustare significa sentire il sapore, e noi molto spesso nonriusciamo mai a gustare ciò che c’è nella nostra vita. Ma dietro questa capacità non si nasconde solo il sapore dolce dell’esistenza, delle volte anche il sapore amaro. Educarsi a sentire il sapore non significa scegliersi una parte di ciò che c’è, ma sentire il sapore di tutto ciò che c’è. In questo tipo di esperienza l’uomo si accorge che una parte del significato della vita si nasconde anche nella contraddizione, nel fallimento, nell’ombra. La nostra vita non è solo la somma di ciò che è andato bene, ma anche la somma di ciò che è andato male. Se rinunciamo ad accogliere in noi ciò che di storto ci accade, perdiamo pezzi fondamentali di significato che ci aiutano a comprendere e accogliere l’intera nostra vita.

IL SILENZIO – 23 Maggio 2018

Fare silenzio non è semplicemente smettere di parlare o abbassare il volume delle cose. Il silenzio è la capacità di accorgersi delle cose. Nel silenzio si risveglia in noi il potenziale dell’attenzione. Ogni giorno dovremmo allenarci al silenzio, cioè dovremmo, per un piccolo spazio di tempo, smettere di parlare, ragionare, ubriacarci di immagini e cose, è semplicemente accorgerci della vita, a partire proprio dalle piccole cose. La natura, il creato, o anche solo il volto delle persone che ci stanno accanto, se non addirittura il nostro volto, sono un’occasione per “accorgerci” della vita. Nel silenzio si sperimenta come la realtà si rivela. Il silenzio ci fa mettere in ascolto di una narrazione delle cose che è diversa dai nostri ragionamenti. È la stessa differenza che c’è tra l’immaginare il suono di una sinfonia leggendone lo spartito, e invece ascoltare direttamente il suono dell’esecuzione. Il silenzio ci libera dall’isolamento dei ragionamenti e da una vita intesa solo come consumo, e ci riconsegna a un realismo più profondo.