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FRANCESCO E CHIARA DI ASSISI: È POSSIBILE…! – 17 Giugno 2018

         Non solo i frati e le monache clarisse hanno tratto e traggono ispirazione dalla lettura del Vangelo da parte di Francesco e Chiara d’Assisi, ma anche tanti semplici credenti, tanti non cattolici o, addirittura, non credenti. A tutti, i due santi insegnano che il Vangelo è possibile, che è possibile mettersi alla sequela di Cristo Gesù e vivere in conformità a Lui; che accogliendo il Signore in una vita improntata alla semplicità, è possibile una sequela senza titubanze né drammi, una vita essenziale che, per quanto piena di sacrifici, non scaccia da sé la gioia; una sequela che esorta a sorridere e a cantare anche tra le difficoltà.

(Felice Accrocca)

 

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO OBBEDIENTE AL PROGETTO DI DIO – 16 Giugno 2018

         Non possiamo comprendere la disposizione di Francesco nei riguardi del creato e degli animali al di fuori di un orizzonte teocentrico, prescindendo cioè da Dio e dall’obbedienza che gli è dovuta. Il rispetto dell’ambiente passa quindi nel suo insegnamento attraverso il rispetto e l’obbedienza dovuti al Creatore: egli era infatti ben cosciente che Dio aveva creato l’universo come un giardino e voleva che l’uomo, riconquistato dal sangue di Cristo, tornasse a obbedire al suo Creatore così da riportare il mondo intero al suo primitivo stato edenico. L’obbedienza, sorella della carità, virtù poco amata in ogni tempo, chiede all’uomo di adeguare i suoi progetti a quelli che sono i progetti di Dio; un’obbedienza dovuta «non solo, al Padre che è nei cieli, ma anche – secondo Carlo Paolazzi – al progetto di vita che Egli ha inscritto nell’intera famiglia delle sue creature».

(Felice Accrocca)

 

FRANCESCO DI ASSISI, IL LAVORO E LA PREGHIERA – 15 Giugno 2018

         Francesco aveva attribuito l’appellativo di «fratello mosca» a un frate che, a causa della sua vita disordinata e poco edificante, costituiva per i confratelli un motivo di turbamento: questi, infatti, non voleva lavorare, né andare per l’elemosina e neppure aveva troppa voglia di pregare; mangiava, però, quand’era il momento senza scrupolo. A costui Francesco disse: «Va’ per la tua strada, fratello mosca! Tu vuoi mangiare il lavoro dei tuoi fratelli, ma sei ozioso nell’opera di Dio» (FF 1635).

(Felice Accrocca)

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO CHE INVITA ALLA LODE – 14 Giugno 2018

           Francesco esortava gli uomini a lodare Dio per le creature perché tutte portano impressa su di sé l’orma di Dio e sono state date all’uomo affinché se ne serva e ne sia sostenuto nel servizio che egli è chiamato a rendere al suo Creatore.
           Egli «diceva che il frate ortolano doveva fare un bel giardinetto da qualche parte dell’orto, dove seminare e trapiantare ogni sorta di erbe odorose e di piante che producono bei fiori, affinché nel tempo della fioritura invitino tutti quelli che le guardano a lodare Dio, poiché ogni creatura dice e grida: Dio mi ha fatta per te, o uomo» (FF 1623).                

            (Felice Accrocca)

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO CHE RISCOPRE DIO – 13 Giugno 2018

         La radice di ogni comportamento di Francesco sta nel rapporto che egli seppe ricostruire con Dio, quel Dio che l’aveva amato dall’eternità e al quale egli non aveva prestato attenzione per buona parte della propria vita. Dopo un travaglio durato anni, giunse a scelte definitive con l’abbandono dei valori perseguiti dal mondo (e che fino all’età di ventiquattro anni erano stati anche i suoi) per riscoprire la bontà e la paternità di Dio – tutto acquistò un senso diverso: i poveri gli manifestarono il volto di Cristo, i nemici divennero uomini da amare, gli animali divennero i suoi fratelli più piccoli, il creato si rivelò ai suoi occhi come l’orma del Creatore.

(Felice Accrocca)

 

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO FEDELE – 12 Giugno 2018

         Francesco di Assisi ha avuto anche i suoi momenti di debolezza e sofferto la prova di tentazioni tremende, ma si è mantenuto fedele perché fedele era stato Colui che per amor nostro aveva consegnato il proprio corpo alla morte. Per questo fu capace di gioire della vita, perché ne aveva compreso fino in fondo il valore; sapeva che tutto passa – decisione improvvida, perciò, il puntare sulle cose – e Dio solo resta.

(Felice Accrocca)

FRANCESCO DI ASSISI: UN UOMO PACIFICATO – 11 Giugno 2018

         Francesco di Assisi era un uomo pacificato, capace a sua volta di trasmettere una straordinaria pace interiore, come mostra la penultima delle sue Ammonizioni (FF 177): 
         Dove è carità e sapienza,
               ivi non è timore né ignoranza. 
         Dove è pazienza e umiltà,
               ivi non è ira né turbamento. 
          Dove è povertà con letizia,
               ivi non è cupidigia né avarizia.
         Dove è quiete e meditazione, 
              ivi non è affanno né dissipazione. 
         Dove è il timore del Signore a custodire la sua casa, 
              ivi il nemico non può trovare via d’entrata. 
         Dove è misericordia e discrezione, 
               ivi non è superfluità né durezza.

(Felice Accrocca)

QUI ED ORA – 10 Giugno 2018

         La parabola del buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37) conduce a due importanti chiarificazioni. Mentre il concetto di «prossimo» era riferito, fino ad allora, essenzialmente ai connazionali e agli stranieri che si erano stanziati nella terra d’Israele e quindi alla comunità solidale di un paese e di un popolo, adesso questo limite viene abolito. Chiunque ha bisogno di me e io posso aiutarlo, è il mio prossimo.  Il concetto di prossimo viene universalizzato e rimane tuttavia concreto. Nonostante la sua estensione a tutti gli uomini, non si riduce all’espressione di un amore generico ed astratto, in se stesso poco impegnativo, ma richiede il mio impegno pratico qui ed ora.

(Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

 

 

UN AMORE TALMENTE GRANDE… – 9 Giugno 2018

         L’amore di Dio per il suo popolo è talmente grande da rivolgere Dio contro se stesso, il suo amore contro la sua giustizia. Dio ama tanto l’uomo che, facendosi uomo Egli stesso, lo segue fin nella morte e in questo riconcilia giustizia e amore.

(Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

AMATI PER AMARE – 8 Giugno 2018

         L’uomo non può vivere esclusivamente nell’amore oblativo, discendente. Non può sempre soltanto donare, deve anche ricevere. Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono. Certo l’uomo può – come dice il Signore – diventare sorgente, dalla quale sgorgano fiumi d’acqua viva (cfr Gv 7,37-38). Ma per divenire una tale sorgente, egli stesso deve bere, sempre di nuovo, a quella prima, originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio (cfr Gv 19,34).

(Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

L’AMORE È PER SEMPRE – 7 Giugno 2018

         Fa parte degli sviluppi dell’amore, che esso cerchi la definitività, e ciò in un duplice senso: nel senso dell’esclusività – «solo quest’unica persona» – e nel senso del «per sempre». L’amore comprende la totalità dell’esistenza in ogni sua dimensione, anche in quella del tempo. Non potrebbe essere diversamente, perché la sua promessa mira al definitivo: l’amore mira all’eternità.

            (Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)

VERAMENTE AMORE – 6 Giugno 2018

         Nel Cantico dei cantici, uno dei libri dell’Antico Testamento ben noto ai mistici, dapprima vi è la parola «dodim», che esprime l’amore ancora insicuro, in una situazione di ricerca indeterminata. Questa parola viene poi sostituita dalla parola «ahabà». In opposizione all’amore indeterminato e ancora in ricerca, questo vocabolo esprime l’esperienza dell’amore che diventa ora veramente scoperta dell’altro e per l’altro. Non cerca più se stesso, l’immersione nell’ebbrezza della felicità, cerca invece il bene dell’amato: diventa rinuncia, è pronto al sacrificio.

      (Benedetto XVI, DEUS CARITAS EST)