Non possiamo comprendere la disposizione di Francesco nei riguardi del creato e degli animali al di fuori di un orizzonte teocentrico, prescindendo cioè da Dio e dall’obbedienza che gli è dovuta. Il rispetto dell’ambiente passa quindi nel suo insegnamento attraverso il rispetto e l’obbedienza dovuti al Creatore: egli era infatti ben cosciente che Dio aveva creato l’universo come un giardino e voleva che l’uomo, riconquistato dal sangue di Cristo, tornasse a obbedire al suo Creatore così da riportare il mondo intero al suo primitivo stato edenico. L’obbedienza, sorella della carità, virtù poco amata in ogni tempo, chiede all’uomo di adeguare i suoi progetti a quelli che sono i progetti di Dio; un’obbedienza dovuta «non solo, al Padre che è nei cieli, ma anche – secondo Carlo Paolazzi – al progetto di vita che Egli ha inscritto nell’intera famiglia delle sue creature».
(Felice Accrocca)