PROSSIMITÀ, ASCOLTO E TESTIMONIANZA – 17 Giugno 2019

         “Come trasmettere il messaggio della Chiesa?”. Il segreto: prossimità, vicinanza. Che significa questo? Prima di tutto fare quello che ha fatto Dio con il suo popolo. Nel Libro del Deuteronomio, Dio dice così: “Quale popolo ha i suoi dei così vicini a sé, come tu [hai vicino il Signore]?”. Dio si è fatto prossimo al suo popolo. Ma non è finita lì la cosa. Voleva farsi tanto prossimo che si è fatto uno di noi, uomo. Questa prossimità cristiana è il primo passo, il clima in cui si deve trasmettere il messaggio cristiano. Il messaggio cristiano è un messaggio di prossimità.         
         “Effatà”: prima di parlare, ascoltare. L’apostolato “dell’orecchio”: sentire, ascoltare. “E poi, padre, parlare?”. No, fermati. Prima di parlare, fare. Una volta, un giovane universitario mi ha fatto questa domanda: “Io nell’università ho tanti amici che sono agnostici, cosa devo dirgli perché diventino cristiani?”. Io ho detto: l’ultima cosa che tu devi fare è dire delle cose. L’ultima. Prima devi fare, e lui vedrà come tu gestisci la vita. Sarà lui a domandarti: “Perché fai questo?. E allora lì puoi parlare. La testimonianza prima della parola.
         Il messaggio cristiano non si può trasmettere “in poltrona”: è in cammino. Sempre. Se tu non ti metti in cammino non potrai trasmetterlo. Gesù è stato tre anni in cammino. Sembrava che vivesse sulla strada. Ascoltare, testimoniare, rispondere alle domande, ma in cammino. Un giovane che non si mette in cammino è un giovane pensionato a vent’anni. È brutto andare in pensione a vent’anni!

(Papa Francesco ai giovani della diocesi di Grenoble-Vienne, Settembre 2018)

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