«Ed egli, sollevati i suoi occhi
verso i suoi discepoli
diceva:
Beati i poveri
perché vostro è il regno di Dio».
Lc 6,20
Mentre i ricchi sono quelli che hanno il tanto superfluo con poca fatica, poveri sono quelli che hanno il poco necessario con molta fatica (è il senso del latino pauper, la cui radice è comune con paucum: poco). Il termine greco ptochoí da cui «pitocchi» indica gli «indigenti», quei poveri che mancano del necessario. Non avendo concretamente nulla, il pitocco, per quanto si dia da fare, resterà sempre con nulla, e non potrà che vivere di dipendenza e di sottomissione.
Gesù si congratula con costoro, perché a loro è donato il Regno. Non perché siano bravi e abbiano quella povertà spirituale (= umiltà) che rende l’uomo gradito a Dio. Sono poveri reali che hanno fame e piangono. La loro beatitudine consiste nel fatto che Dio interviene in loro favore. Infatti è padre e ama tutti i suoi figli. Il suo amore, non i loro meriti, lo fa intervenire in loro favore.
Nel Nuovo Testamento la povertà assume un significato positivo. Nel suo aspetto di bisogno, dipendenza e disonore, porta, attraverso l’umiliazione, all’umiltà e alla fiducia in Dio.
(Silvano Fausti)