«Ma a voi dico,
che ascoltate:
amate
i vostri nemici,
bene fate
a quanti odiano voi».
Lc 6,27
Gesù, in un crescendo, chiede di amare i nemici, fare il bene, ben-dire e pregare per loro.
Il comandamento dell’amore riguarda innanzitutto il nemico. L’esperienza primordiale del credente è quella di essere stato amato da Dio quando era ancora suo nemico (Rm 5,6-11). L’amore del nemico è necessariamente agápe, della stessa qualità di quella che ha Dio per noi. È un amore «ricreatore», più forte dell’amore stesso che ha creato: non solo fa il bene dove non c’è, ma addirittura dove c’è il suo contrario, ed è capace di creare valore e bontà dove c’è disvalore e cattiveria. Se amare è come generare un figlio, perdonare è come risuscitare un morto.
(Silvano Fausti)