«Nessuno,
bevuto il vino vecchio,
vuole il giovane;
dice infatti:
“Il vecchio è buono!”».
Lc 5,39
Chi ha assaggiato il vino vecchio, non vuole quello giovane, poiché dice che il vecchio è migliore. Questo detto risponde ironicamente ai dubbi e alle perplessità del discepolo ancora incerto, che si comporta secondo il buon senso «ovvio» e che non osa fare il passo: chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che perde, ma non sa quel che trova! Per questo è attaccato al vecchio, perché gli è noto e teme l’avventura della libertà e si giustifica pensando che il vecchio sia meglio del giovane, il passato meglio del futuro. È una sapienza mondana, che nasce dalla sfiducia e ha il suo principio nella diffidenza nei confronti di Dio. È una prudenza stolta che ci fa tenere la mano chiusa nel pugno di mosche che possediamo, invece di aprirla per accogliere il dono di Dio. Il vino migliore è proprio quello nuovo offerto da lui (cf. Gv 2,10).
(Silvano Fausti)