«E accostatosi sopra di lei,
sgridò la febbre,
e la lasciò!
Ora subito, levatasi,
li serviva».
Lc 4,39
Qui è il significato di tutto il miracolo e di tutti i miracoli. Il fatto che essa serva non vuole dire soltanto che è guarita dal male fisico. Indica una guarigione ben più profonda: è realmente liberata da quella febbre e spirito del male che impedisce di servire e costringe a servirsi degli altri per essere serviti. Può finalmente servire, come Gesù, che dice di sé: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (22,27). Se il servirsi degli altri è principio di reciproca schiavitù, servire gli altri è principio di liberazione. Non c’è alternativa: il primo è espressione dell’egoismo, il secondo di amore. Nel servizio l’uomo diventa se stesso e rivela Dio di cui è immagine e somiglianza.
Con la parola «servire» la Chiesa primitiva intende il concreto amore fraterno «non a parole, né con la lingua, ma coi fatti e nella verità» (1Gv 3,18).
(Silvano Fausti)