Dalla speranza nasce tutta la forza
che sostiene la nostra fatica da viandanti.
Di qui si muove anche tutta la vergogna che ci deve fare arrossire
ogni volta che l’ambiguità del nostro martirio ci fa tentennare
di fronte alle exousìe (onnipotenze) del mondo.
Di qui trae origine un coraggio che si rinnova,
nonostante la povertà delle realizzazioni,
l’incompiutezza dei nostri disegni,
e l’amarezza di dover constatare che,
in fatto di pace,
il già impallidisce sempre dinanzi al non ancora.
immagine mariana
venerata presso il nostro monastero
La presenza di Maria,
il cui grembo materno curvo come una vela è segno del già sospinto verso il non ancora,
vuole essere anche l’icona del nostro pianeta
gravido di speranza e proteso verso cieli nuovi e terra nuova. (don Tonino Bello)