Francesco d’Assisi, un uomo che non era nato per governare e nemmeno per lottare, si trovò nel mezzo di una tormenta a dover difendere l’ideale evangelico.
Ma il centro del dramma era questo: mentre Francesco aveva l’assoluta sicurezza interiore che il Signore gli aveva rivelato, nella voce della Porziuncola, direttamente ed espressamente la “forma di vita” evangelica in povertà e umiltà, il rappresentante del Papa e i sapienti affermavano che la volontà di Dio, dalle necessità della Chiesa e dai “segni” dei tempi era quella di organizzare la fraternità sotto il segno dell’ordine, della disciplina e dell’efficacia.
Ecco il dilemma del suo conflitto profondo: a chi obbedire? Dove stavano effettivamente Dio e la sua volontà?
E in quel terribile momento in cui sarebbe stato necessario udire la voce di Dio, Dio taceva; e il Poverello si dibatté in una lunga agonia di dubbi e domande in mezzo a una completa oscurità. Che cosa vuole veramente Dio? Dicono che bisogna dare al movimento una struttura monacale o almeno conventuale, mentre il Signore mi ha ordinato di formare una fraternità evangelica di viandanti, penitenti, poveri e umili. Lo Stesso Dio ha potuto ispirare direzioni tanto contrarie? Dov’è Dio? A chi obbedire?
Non starebbe lui, Francesco, difendendo la “sua” opera invece di difendere l’opera di Dio? Egli era ignorante, gli altri erano saggi; la gerarchia pareva segnalare criteri contrari ai suoi. Era logico pensare che se qualcuno sbagliava questi doveva essere soltanto lui, l’insignificante Francesco. Ma allora, le voci di Spoleto, di S. Damiano e della Porziuncola erano stati allucinati deliri di grandezza? Dunque Dio non era mai stato con lui? Dio stesso era forse un’allucinazione irreale?
E il povero Francesco si rifugiava nelle grotte di Rieti, Cortona e La Verna; bussava alle porte del cielo e il cielo non rispondeva. Invocava piangendo Dio e Dio taceva. Perse la calma. Quell’uomo, l’anno prima tanto raggiante, diventò di cattivo umore. Cominciò a minacciare, a scomunicare. Tanto allegro sempre, si lasciò vincere dalla peggiore delle tentazioni: la tristezza.
Mostrami il tuo volto, P. Ignacio Larranaga