AL DI LÀ DEL DUBBIO – 27 Ottobre 2017

Francesco d’Assisi fu un credente che godette per gran parte della sua vita della sicurezza luminosa della fede; tuttavia, alcuni anni prima di morire cadde in una cupa depressione che i suoi amici e primi biografi qualificarono come “gravissima tentazione spirituale”, e che durò all’incirca un paio d’anni. Sappiamo solamente che fu una continua agonia, nella quale il Poverello, apparentemente abbandonato da Dio, camminava tra le tenebre, tormentato da tanti dubbi ed esitazioni che quasi stava per disperarsi. Fu un’inquietudine di coscienza grave e invincibile e Francesco ebbe bisogno di un particolare intervento divino per uscirne.

Durante i primi anni della sua conversione, «il Signore gli aveva rivelato che doveva vivere secondo il santo Vangelo». Con la fedeltà di un cavaliere errante e con la semplicità di un bambino, Francesco seguì letteralmente testo e contesto del Vangelo lasciando il bastone, la bisaccia, i sandali (cf. Lc 9,3). D’allora in poi non toccò denaro. Non volle per sé e per i suoi possesso di conventi, case, beni. Volle che fossero pellegrini e stranieri in questo mondo, itineranti sulla terra intera, lavorando con le loro mani, mettendo ogni fiducia nelle mani di Dio, privi di lasciapassare e riconoscimenti pontifici ed esposti alle persecuzioni.

Li volle poveri, liberi e allegri. Non sapienti, bensì testimoni. Non occorrevano studi, biblioteche, titoli universitari; solamente il Vangelo da vivere semplicemente, pienamente, senza commenti, limitazioni e interpretazioni.

Simile “stile di vita”, rivelatogli personalmente dal Signore, attirò migliaia di fratelli nella nuova via. Ben presto però nel movimento francescano si produsse e cominciò a prevalere una vasta corrente di uomini che si vergognavano di essere poveri, piccoli, “minori” e volevano imprimere una diversa direzione all’incipiente (e già numerosa) fraternità. La corrente guidata dai “sapienti” e dallo stesso rappresentante del Papa, incoraggiava criteri diametralmente opposti agli ideali e alla “forma di vita” di Francesco:

Quelli dicevano: abbiamo bisogno di saggi e di gente ben preparata.

Francesco rispondeva: abbiamo bisogno di semplici e di umili.

Quelli esigevano: diplomi universitari.

Francesco contestava: solo il diploma della povertà.

Quelli reclamavano: grandi case per gli studi.

Francesco ripeteva: umili capanne per “passare” attraverso questo mondo.

Quelli affermavano: la Chiesa necessita di una potente e ben organizzata struttura di guerra contro gli eretici e i saraceni.

Francesco rispondeva: la Chiesa necessita di penitenti e convertiti.

 

 

Mostrami il tuo volto, P. Ignacio Larranaga

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