“LASCIATEVI RICONCILIARE CON DIO” (2Cor 5,20) – 27 Settembre 2017

Ci siamo riuniti ai piedi del Crocifisso di Bojayá (*), che il 2 maggio 2002 assistette e patì il massacro di decine di persone rifugiate nella sua chiesa. Questa immagine ha un forte valore simbolico e spirituale. Guardandola contempliamo non solo ciò che accadde quel giorno, ma anche tanto dolore, tanta morte, tante vite spezzate e tanto sangue versato nella Colombia degli ultimi decenni. Vedere Cristo così, mutilato e ferito, ci interpella. Non ha più braccia e il suo corpo non c’è più, ma conserva il suo volto e con esso ci guarda e ci ama. Cristo spezzato e amputato, per noi è ancora “più Cristo”, perché ci mostra ancora una volta che è venuto a soffrire per il suo popolo e con il suo popolo; e anche ad insegnarci che l’odio non ha l’ultima parola, che l’amore è più forte della morte e della violenza. Ci insegna a trasformare il dolore in fonte di vita e risurrezione, affinché insieme a Lui e con Lui impariamo la forza del perdono, la grandezza dell’amore.

(Papa Francesco, viaggio in Colombia, Liturgia di Riconciliazione – Parque Las Malocas – Venerdì, 8 settembre 2017)

 

(*) Cristo Rotto o Cristo Nero di Bojayà, è il simbolo emblematico del peggior massacro che sia mai accaduto in Colombia.

Era presente durante l’Incontro di Riconciliazione Nazionale che ha presieduto Papa Francesco nel parco de Las Malocas, a Villavicencio, Colombia.

Il 2 Maggio del 2002 i membri del blocco 58 delle FARC lanciarono all’interno della Chiesa di Bojayà-Chocò, una bomba contente del gas che causò la morte di 100 persone e mutilò l’immagine del Cristo Crocifisso, lasciandola senza braccia e senza gambe.

L’attacco faceva parte delle rappresaglie delle FARC e delle forze paramilitari dell’AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), per avere il controllo del territorio.

Gli abitanti del posto rimasero incatenati a un fuoco incrociato e, per questo si rifugiarono in chiesa. Fu allora che venne compiuto il massacro.

Le persone del posto assieme ad alcuni seminaristi salvarono l’immagine e la conservarono finché non fu riposizionata a Bellavista.

Nel 2016 le guerrillas delle FARC chiesero pubblicamente perdono per la strage.

Il Cristo Nero rappresenta il dolore e le sofferenze del popolo, simboleggia i progetti di vita spezzati delle persone e della comunità, e riflette anche il dolore della società colombiana.

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