QUALCUNO DISPOSTO AD ASSUMERE IL DOLORE DELL’UOMO DI OGGI

 

 

Dio assume le lacrime del profeta Geremia, piange con lui.

«I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità è stata colpita la figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna, ecco i trafitti di spada;
se percorro la città, ecco gli orrori della fame.
Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare.
Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpito, e non c’è rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, l’ora della salvezza ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità, l’iniquità dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non abbandonarci, non render spregevole il trono della tua gloria.
Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Forse fra i vani idoli delle nazioni c’è chi fa piovere?
O forse i cieli mandan rovesci da sé?
Non sei piuttosto tu, Signore nostro Dio?
In te abbiamo fiducia, perché tu hai fatto tutte queste cose»(Ger 14,17-22).

 

I miei occhi grondano lacrime ” dice Dio per bocca di Geremia. Dio e Geremia diventano così una cosa sola di fronte alla sofferenza del popolo.
Questa intima unione è ciò che chiede Dio per l’uomo di oggi. Egli, come pellegrino cerca uomini e donne disposti con la loro vita ad assumersi con il suo aiuto il dolore dell’uomo di oggi; discepoli che hanno il coraggio di rischiare per la Sua causa e come Lui disposti a perdere la vita avendo nel cuore la passione per l’uomo e per il Regno di Dio.

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