LO SPIRITO E’ PRONTO – DOMENICA DELLE PALME/A

2 aprile 2023 – DOMENICA DELLE PALME/A

 

So che lo Spirito è pronto se mi incammino verso questa sorgente profonda, se, come periodicamente Gesù faceva portandosi dietro gli amici, parlo con Dio, se mi confronto con Lui, se prendo la mia vita, a volte frammentata e dispersa, apparentemente vissuta di corsa, e la ricapitolo in Lui. Se dedico tempo ed energie a rileggere gli eventi in Sua compagnia, a volte sola con Lui, a volte con chi è esperto, per età o sapienza o entrambe, delle vie che riportano a Lui.

 

 

Dal libro del profeta Isaìa (50,4-7)

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

 

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippèsi (2,6-11)

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

 

 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo (forma breve: 27,11-54)

Gesù davanti a Pilato
11 Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». 12 E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. 13 Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». 14 Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. 15 Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. 16 Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. 17 Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». 18 Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19 Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». 20 Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. 21 Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». 22 Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». 23 Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». 24 Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». 25 E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». 26 Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

La corona di spine
27 Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. 28 Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto 29 e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». 30 E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31 Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

La crocifissione
32 Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. 33 Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, 34 gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35 Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36 E sedutisi, gli facevano la guardia. 37 Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». 38 Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

Gesù in croce deriso e oltraggiato
39 E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: 40 «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». 41 Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: 42 «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E’ il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. 43 Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». 44 Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

La morte di Gesù
45 Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. 49 Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò. 51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 54 Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

 

Lo Spirito è pronto” (Mt 26, 41) perché lì Dio abita, lì è la sorgente della forza e della bellezza di ogni uomo. Gesù lo afferma nell’angoscia e nella tristezza più totali: ha paura di soffrire, sente tutto il peso della solitudine e della distanza dei suoi amici che, ancora impreparati e immaturi nella fede, dormono anziché tenere gli occhi aperti e sudare sangue con l’amico, anzi, il Maestro.

Nel “suo” Getsemani Gesù afferma che lo Spirito è forte perché ne è certo, anche mentre trasuda angoscia: io spesso non lo sono, so solo che la carne è debole e mi scoraggio pure. La carne, cioè il corpo e la psiche, lasciati a se stessi, vivrebbero in funzione di ciò che sentono: per natura si orientano al proprio benessere e rifuggono il male, il dolore, la fatica. Se iniziano a essere irrigati dallo Spirito, si orientano non più solo al proprio bene immediato, ma al mio bene vero che è sempre inserito in un progetto più ampio, che include chi vive vicino a me fino a seminare bene per l’umanità intera (anche se non lo vediamo con i nostri occhi… gli occhi di carne, appunto).

Successi e insuccessi, che Gesù ha conosciuto bene durante la sua predicazione, non sono né la mèta né l’assoluto; nemmeno lo sono il nostro carattere, il temperamento, le nostre ignoranze e superficialità che un cammino di fede non cancella magicamente. Infine, nemmeno il dolore e la morte, così capaci di invadere e straziare la carne, possono consegnarci alla disperazione: se non riesco a farne esperienza da sola, guardo a Gesù nel Vangelo, alla Passione e, soprattutto, guardo a chi su questa via è avanti a me, su chi sa che cosa significhi vivere da risorti.

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