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VERITÀ SENZA PAURA – 13 Aprile 2018

         La comunità cristiana deve essere pronta a farsi carico gioiosamente della croce, secondo la parola del Maestro: «Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo» (Lc 6,22).
         Questo però non va interpretato come integralismo che impone e esclude o come formalismo che, per conservare le parole e le formulazioni, dimentica la verità di cui esse sono portatrici. Dovrà essere sempre un chiedere di camminare insieme, condividendo la fatica della ricerca. Proporre la verità con franchezza sarà sempre un andare avanti insieme verso la sua pienezza.

(Sabatino Majorano)

 

PLURALISMO, RICCHEZZA DA VALORIZZARE – 12 Aprile 2018

         Il pluralismo culturale e religioso, che caratterizza sempre più la nostra società, è una ricchezza da valorizzare anche nella ricerca della verità. Spesso però si trasforma in relativismo che nega la stessa possibilità di una verità, che sia tale per tutti. Più spesso ancora è fonte di indifferenza o di resa sfiduciata nei suoi riguardi.
         Per questo è importante che la comunità cristiana riscopra la sua fondamentale diaconia nei riguardi della verità: come il Cristo, non può conservarla gelosamente per sé, occorre che la doni e la proponga con franchezza a tutti, sapendo che «non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt 5,15).

(Sabatino Majorano)

LA VERITÀ, DIRITTO/DOVERE – 11 Aprile 2018

         Non va mai dimenticato che ricercare la verità è un diritto/dovere al quale è strettamente collegata la dignità personale di ognuno e al quale ognuno ha la responsabilità di rispondere, perché, come sottolinea il Concilio Vaticano II, «la verità non si impone che per la forza della verità stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e insieme con vigore» (Dignitatis Humanae, n.1).

(Sabatino Majorano)

FATICA DA ACCETTARE CON GIOIA – 10 Aprile 2018

         Occorre che a tutti i livelli si affermi la volontà e la gioia di essere appassionati ricercatori della verità. La pigrizia, che induce ad accontentarci delle risposte pronte all’uso, meno scomodanti e più deresponsabilizzanti, per quanto possano apparire seducenti, apre sempre la via alla menzogna. La verità è fatica da accettare con gioia. Pensare che possa essere frutto di un click della tastiera del nostro computer è illusione, che lascia indifesi nei riguardi delle tante manipolazioni che di essa vengono fatte quotidianamente.

(Sabatino Majorano)

CERCARE LA VERITÀ – 9 Aprile 2018

         In questi ultimi mesi il dibattito intorno alle fake news ha assunto toni particolarmente accesi. Così, paradossalmente, nemico della verità rischia oggi di diventare proprio l’informazione, lo strumento cioè indispensabile per arrivare ad essa. Non si tratta solo di notizie in sé false, ma anche di notizie che enfatizzano, anche se in maniere diverse, verità parziali proponendole come tutta la verità. Il dialogo e il confronto si svelano perciò come una strada che tutti dobbiamo percorrere, come sottolinea la Gaudium et spes: «Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo la verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità» (n.16).

(Sabatino Majorano)

ANCHE PER NOI – 8 Aprile 2018

         Nel Credo, la Chiesa proclama: «Credo nello Spirito Santo che è Signore  e dà la vita». Lo Spirito Santo, al cenno della volontà del Padre, fa irruzione nel corpo esanime di Gesù, lo vivifica e lo fa entrare nella nuova esistenza che è l’esistenza ‘secondo lo Spirito’.
   Questo agire dello Spirito Santo nella risurrezione di Cristo è fonte di gioia e di speranza per noi:
   «Colui che ha risuscitato Gesù dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11).
   Questo avverrà in modo stabile e definitivo nella risurrezione del corpo nell’ultimo giorno, ma avviene già ora, ogni volta che risorgiamo dal peccato alla grazia, dalla tristezza alla gioia, dalla schiavitù alla libertà.

Raniero Cantalamessa

NEL RISORTO LA VERITÀ – 7 Aprile 2018  

   Lo sforzo dell’uomo, le sue ricerche filosofiche e religiose non sono in grado di penetrare il mistero di Dio e il senso vero delle vicende umane. L’uomo abbandonato a se stesso si smarrisce: solo nel Cristo morto e risorto ritrova la sua verità.
   Ora l’uomo non è più abbandonato a se stesso, e la possibilità di aprire il libro e di comprenderlo gli è data. E ammonimento polemico: affidarsi alle chiacchiere che provengono da ogni parte e che pretendono di rivelare il senso delle cose è illusorio.
   Il criterio di valutazione della storia è il Cristo morto e risorto, e il modo di porsi in essa è indicato una volta per tutte dalla ‘via’ che egli ha percorso.

Bruno Maggioni

LA PAROLA FONDAMENTALE – 6 Aprile 2018

         «Gesù il Nazareno, il Crocifisso. È risorto.» Sono le parole del kérygma, che proclama la buona notizia: Gesù di Nazaret, di cui tutto il vangelo è ricordo  e racconto, quello che finì sulla croce, proprio lui in persona è risorto! È la parola fondamentale della fede cristiana, incredibile a tutti. Noi conosciamo una vita per la morte; qui c’è una morte per la vita.

Silvano Fausti

L’ULTIMA PAROLA È ‘PACE’ – 5 Aprile 2018

   «Pace a voi!»: è il saluto di Gesù la sera della sua risurrezione, quando si presenta ai discepoli chiusi in casa per paura dei Giudei.
   Non è un complimento né un augurio: è la dichiarazione che Gesù fa davanti ai suoi discepoli, dimostrando che la sua risurrezione è già la pace che entra nel mondo.
   Gesù ha vinto la morte, ha vinto la crudeltà dell’uomo che condanna e uccide, che tortura e infierisce sul suo simile: ora l’ultima parola non è più il capriccio e l’impostura, l’oppressione o lo sfruttamento reciproco, ma è la ‘pace’, è la vita nuova che scaturisce dal sepolcro ormai vuoto.

Giorgio Basadonna

RINASCERE ALLA SPERANZA – 3 Aprile 2018

         Il santo forse più amato dal popolo russo, san Serafino di Sarov, visse diversi anni ritirato in una selva, senza pronunciare mai una parola, neppure con il monaco che di tanto in tanto veniva a portargli del cibo. Dopo questi anni di preghiera e di assoluto silenzio, Dio lo rimandò in monastero e alle persone che accorrevano sempre più numerose a lui per confidargli le proprie pene e chiedergli consigli, Serafino andava incontro con grande trasporto e le salutava dicendo: «Gioia mia, Cristo è risorto!». E quelle, solo a udire dalla sua bocca queste parole, si sentivano rinascere alla speranza.

 Raniero Cantalamessa

È RISORTO – 2 Aprile 2018

         È risorto. Come possiamo noi fare echeggiare nel mondo una tale notizia? Siamo la voce che si perpetua di anno in anno nella storia.
         Siamo la voce che ripete la testimonianza di coloro che per primi lo videro con i propri occhi e lo toccarono  con le loro mani.
      Siamo i trasmettitori, da una generazione all’altra, da un popolo all’altro, del messaggio di vita della Risurrezione di Cristo.
      Siamo la voce della Chiesa, per questo fondata, per questo diffusa nell’umanità, per questo vivente e sperante.
            È il messaggio della fede che, come tromba d’angelo, squilla ancor oggi: è risorto. Il Cristo è risorto.

Paolo VI

OGNI NUOVA PASQUA – 1 Aprile 2018

         Cristo è risorto. È proprio Pasqua.
         Celebrare la Pasqua significa anche riscoprire la bellezza del creato, saper contemplare nell’universo la gloria di Dio, vedere risplendere sulla fronte di ogni uomo il sigillo della sua divina nobiltà e quindi camminare insieme verso l’orizzonte sconfinato della beata speranza, Cristo, luce che mai si spegne, nostra pace e nostra gioia. Incontrarlo presso i nostri sepolcri vuoti, lungo le nostre desolate vie di Emmaus, sia il miracolo operato in noi e in tutti i nostri fratelli dal mistero di ogni nuova Pasqua; sia il miracolo che trasfigura anche le nostre giornate feriali di una festa senza fine.

Anna Maria Cànopi

SILENZIO – 31 Marzo 2018     

   Ai concitati avvenimenti del Venerdì fa seguito una profonda quiete. Infatti, nella giornata di ieri, fino verso il tramonto, si udiva ancora la sua voce, il suo lamento, la sua preghiera. Oggi egli tace; tacciono anche le grida dei crocifissori e della folla. Con lui che giace nel sepolcro sembra che tutto sia piombato nel silenzio  e nel buio. È però un silenzio di sospensione; è un’oscurità di attesa vigilante. Tutta l’attenzione è infatti rivolta a colui che deve ritornare dai morti.
   Il Sabato Santo è dunque anche il giorno del «sacro silenzio» con cui si suole circondare l’impenetrabile mistero della morte e che, in realtà, è uno scendere nelle profondità dell’essere per ascoltare la parola di speranza che Dio stesso suggerisce al cuore.
   Il senso di vuoto che si prova entrando, il Sabato Santo, nelle chiese spoglie e mute fa sperimentare all’anima l’assenza del suo Signore e la muove alla ricerca di lui, come la sposa del Cantico dei Cantici. Scopre così che egli le è indispensabile; impara, nella privazione, ad apprezzarne e a desiderarne la presenza; sente crescere in sé l’amore per lui che – comincia a intuirlo – l’ha amata di un amore più forte della morte.

Anna Maria Cànopi

DALLA PASSIONE LA SPERANZA – 30 Marzo 2018

   Tutta la liturgia del Venerdì Santo ha un andamento grave, profondo, carico di pathos, attraversato a tratti da accenti appassionati, da gemiti e da grida di dolore. Sembra che la notte del giovedì cammini verso un giorno senza aurora; pare, infatti, di andare affondando sempre più nel buio. Eppure, con la voce che trema non solo di pianto, ma anche di gioioso stupore, la Chiesa va sollecitamente raccogliendo i suoi figli per annunziare loro che «è spuntato un giorno di letizia» (liturgia bizantina). Ed è così perché, in realtà, questo è giorno di irreparabile disfatta per le tenebre, giorno che prepara la nuova creazione, giorno di morte per la vita. Nemmeno nell’ora del buio più profondo, nell’ora dell’estremo sconforto, dovrebbe dunque scomparire dal cuore del cristiano quella luce di speranza che egli può sempre attingere dal mistero della Passione.

Anna Maria Cànopi