SILENZIO – 31 Marzo 2018     

   Ai concitati avvenimenti del Venerdì fa seguito una profonda quiete. Infatti, nella giornata di ieri, fino verso il tramonto, si udiva ancora la sua voce, il suo lamento, la sua preghiera. Oggi egli tace; tacciono anche le grida dei crocifissori e della folla. Con lui che giace nel sepolcro sembra che tutto sia piombato nel silenzio  e nel buio. È però un silenzio di sospensione; è un’oscurità di attesa vigilante. Tutta l’attenzione è infatti rivolta a colui che deve ritornare dai morti.
   Il Sabato Santo è dunque anche il giorno del «sacro silenzio» con cui si suole circondare l’impenetrabile mistero della morte e che, in realtà, è uno scendere nelle profondità dell’essere per ascoltare la parola di speranza che Dio stesso suggerisce al cuore.
   Il senso di vuoto che si prova entrando, il Sabato Santo, nelle chiese spoglie e mute fa sperimentare all’anima l’assenza del suo Signore e la muove alla ricerca di lui, come la sposa del Cantico dei Cantici. Scopre così che egli le è indispensabile; impara, nella privazione, ad apprezzarne e a desiderarne la presenza; sente crescere in sé l’amore per lui che – comincia a intuirlo – l’ha amata di un amore più forte della morte.

Anna Maria Cànopi

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