Signore, oggi è lunedì.
Sono uscita, ed ho visto svolazzare alle finestre e sui balconi, qua e là sullo sfondo del cemento, come un mosaico variopinto, splendente di colori nel grigio dei caseggiati, la biancheria stesa ad asciugare.
Il vento dava voce alle note multicolori sui fili, ed ho sentito mormorare nel mio cuore la canzone della sofferenza e quella dell’amore:
Biancheria sporca, biancheria lavata, biancheria asciutta, biancheria stirata e sporcata di nuovo per essere rilavata, riasciugata, ristirata.
Biancheria di mio marito, biancheria di mio figlio, biancheria di mia figlia, e in mezzo la mia. Biancheria della settimana, fino alla prossima, di bucato in bucato, di asciugatura in asciugatura, di stiratura in stiratura.
Signore, questa sera ti offro, per tutte quelle che non pensano a pregare, questa biancheria candida, più morbida, più vaporosa, questa biancheria che profuma dell’amore delle mamme e di quello delle spose.
Ti offro tutti questi gesti quotidiani, che ripetuti mille volte intessono nell’ombra belle vite, vite meravigliose di umili, che sanno che amare significa resistere, ben al di là delle fatiche.
“Figliolo, te l’ho mai detto? Te lo dico, e tu dillo ai tuoi fratelli: il Regno dei cieli assomiglia a una donna, che per tutta la vita, della biancheria sporca fa biancheria pulita, e non per il potere del detersivo miracoloso, ma col miracolo dell’amore, donato ogni giorno“.
(Michel Quoist, “Cammino di preghiera“)