(Una settimana con Chiara)
La nostra efficacia è legata alla fecondità divina; i nostri servizi, strutture, attività apostoliche devono essere in funzione del nostro essere memoria viva del Vangelo di Gesù. Questo è il primo servizio che dobbiamo alla Chiesa e al mondo, prima ancora di qualunque attività: è la qualità della nostra vita che dà significato alla quantità dei nostri impegni, che devono essere riferiti a questa dimensione esistenziale nella quale tutti ci ritroviamo “missionari, inviati”, sia che stiamo in un monastero, sia che percorriamo le vie del mondo; sia che preghiamo sia che predichiamo; sia che siamo sani, sia che siamo malati. Conserverò sempre nel mio cuore tanti volti raggianti di Sorelle giovani e anziane, incontrate in diverse visite, che lasciano trasparire, quale parola viva, l’assoluto di Dio che le abita; di Sorelle inferme che, purificate dalla sofferenza come Chiara, icone viventi simili al Crocifisso di S. Damiano, esprimono un’umanità sofferente, ma già trasfigurata e gloriosa. Quale missione straordinaria è questa!
(Giacomo Bini, “Chiara d’Assisi un inno di lode”)