Sembra che certe persone vivano le tappe della crescita e che altre non le vivano affatto. Il senso di certe vite è evidente, mentre quello di altre è difficilmente riconoscibile. Io credo nell’importanza di ogni persona, indipendentemente dai suoi limiti, dalla sua povertà o dai suoi doni. La vita di ciascuno ha un senso, anche quando non lo si vede. Io credo nella sacralità della storia di ogni persona, nella sua bellezza e nel suo valore. La persona esiste a partire dal concepimento. Ed esiste anche se affetta da un grave handicap.
Esiste con la sua bellezza, a volte sfigurata, negli uomini e nelle donne senza fissa dimora, nelle carceri, negli individui caduti nella trappola della droga o dell’alcool; esiste persino in coloro che uccidono con brutalità, che ricorrono alla tortura, che compiono abusi sui bambini. Ogni essere è importante, è capace di cambiare, di evolversi, di aprirsi un po’ di più, di rispondere all’amore, di risvegliarsi a un incontro di comunione. Vorrei trasmettere questa fede nella persona umana e nelle sue capacità evolutive; senza questa fede, infatti, le nostre società rischiano di diventare puramente competitive e di assumere un atteggiamento paternalistico nei confronti dei deboli; rischiano di rinchiuderli nell’assistenzialismo invece di aiutarli a mettersi in piedi per aprirsi ad altri; rischiano di rifiutare quelli che danno fastidio, a volte persino di volerli sopprimere.
(Jean Vanier, “Ogni uomo è una storia sacra”)