La radice del peccato (…) sta nel “credere di possedere”, senza riconoscere che in realtà “non abbiamo niente in questo mondo e neppure nell’altro”.
L’avere lo spirito del Signore, dunque, si manifesta nel vivere “sine proprio” (…). Soltanto di fronte al dono di colui che “totalmente a voi si offre” nasce la risposta piena di chi non trattiene nulla per sé (…) il ricevere tutto genera il tutto donare, senza nulla tenere per sé, perché in tale prospettiva non c’è più posto per qualcosa di “proprio”: tutto è di Dio.