IL SENSO DELLA SOLITUDINE – 29 Giugno 2018

         Per capire il senso della solitudine, dobbiamo prima smascherare il modo in cui il concetto di solitudine è stato deformato dal nostro mondo. Ci diciamo a vicenda che abbiamo bisogno di un po’ di solitudine nella nostra vita. Quello cui pensiamo in realtà è, però, un tempo e un luogo per noi stessi, in cui non siamo disturbati dagli altri, in cui possiamo immergerci nei nostri pensieri, dare libero sfogo ai nostri lamenti e occuparci delle nostre cose personali, quali che siano. Per noi, solitudine più spesso significa privacy. Siamo giunti all’ambiguo convincimento che tutti noi abbiamo diritto alla privacy. La solitudine in tal modo diventa come una sorta di proprietà spirituale per la quale possiamo competere nel libero mercato dei beni spirituali. Ma c’è di più. Noi consideriamo la solitudine anche come un posto di rifornimento nel quale possiamo ricaricarci le batterie, o come l’angolo del ring dove le nostre ferite possono essere lenite, i nostri muscoli massaggiati e il nostro coraggio rinvigorito da slogans appropriati. In breve consideriamo la solitudine come un luogo in cui riacquistiamo energia per continuare la nostra incessante competizione nella vita.
         Ma questa non è la solitudine di san Giovanni il Battista, di Charles de Foucauld o dei fratelli di Taizé. Per loro la solitudine non è un luogo terapeutico privato. Piuttosto, è il luogo della conversione, il luogo in cui l’io vecchio muore e l’io nuovo viene generato, il luogo in cui avviene la manifestazione dell’uomo nuovo e della donna nuova.

(Henri J.M. Nouwen)

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