LECTIO DIVINA – 20 Maggio 2018 – Domenica di Pentecoste / B

 

At 2,1-11; Sal 103 (104); Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15

 

La liturgia della Pentecoste ci dà benzina a sufficienza perché il nostro motore riparta alla grande, per riprendere da domani il Tempo Ordinario. Il mistero pasquale, rivisitato nei cinquanta giorni che oggi terminano,si attua nella vita concreta della Chiesa. Siamo rinnovati per diventare Comunità. Dio ha annullato la distanza che ci separava da Lui e in Sé rende la moltitudine dei credenti come un’unica anima.

 

Prima Lettura

 

Dagli Atti degli Apostoli   2,1-11

 

1Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

 

Seconda Lettura

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati   5,16-25

16Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è Legge.

24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

 

Commento alle Letture

 

Tanto dalla prima(At 2,1-11) quanto dalla seconda Lettura(Gal 5,16-25) ci viene un duplice messaggio: l’invito a parlaree vivere secondo lo Spirito, per cui è necessario recuperare la ‘lingua nativa’. Infatti, come i bimbi – attratti dall’amore della mamma – imparano la lingua di lei, qualunque essa sia, così il linguaggio della carità è comprensibile a tutti (cfr. At 2,8), privo di inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni (Gal 5,20).

Nel mondo di oggi, globalizzato eppure non privo di intolleranze, ascoltare il racconto della Pentecoste secondo gli Atti degli Apostoli ricorda alla Chiesa la sua vocazione universalistica: lingue come di fuoco si dividono (cfr. At 2,3), perché coloro che sono divisi divengano una cosa sola. Proprio come ci fa cantare l’antifona d’ingresso della Messa di oggi: lo Spirito del Signore tutto unisce, conosce ogni linguaggio.

 

Vangelo

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni   15,26-27; 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15,26«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. 

16,12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

Commento al Vangelo

 

Nel Vangelo, mentre dà l’addio ai suoi discepoli, il Signore Gesù li conforta e li incoraggia, promettendo che manderà loro lo Spirito della verità che procede dal Padre(v. 26). Nel linguaggio giovanneo la verità non è una logica astratta, ma esattamente quell’amore immenso che Cristo ci ha mostrato attraverso la sua vita, che ha vinto il dolore non fuggendolo ma attraversandolo.

È grazie allo Spirito del Padre e di Gesù che la Chiesa e ciascun fedele in essa sono guidati alla comprensione progressiva delle parole di Cristo. Lo Spirito è l’Amore che vive tra il Padre e il Figlio e viene a noi per renderci tutti uno, tra noi e con Lui.È un mistero che siamo chiamati ad accogliere con fede mentre il nostro cuore già dice che è così, che la Verità è scritta nel più intimo di noi stessi: Dio è amore e noi, amati da Lui, riconosciamo di diventare pienamente noi stessi solo amando. Questo è la  Verità.

 

Commento patristico

 

«Lo Spirito, distribuendo a tutti i suoi carismi, è il Tutto che si trova in tutte le parti. Tutti, infatti, siamo membra gli uni degli altri e abbiamo doni diversi secondo la grazia di Dio comunicata a noi. Tutte le membra insieme completano il corpo di Cristo nell’unità dello Spirito e secondo i carismi si rendono utili, com’è necessario, le une alle altre.E come le parti sono nel tutto, così noi siamo ognuno nello Spirito, poiché tutti in un solo corpo siamo stati battezzati nell’unico Spirito»(S. Basilio Magno, vescovo).

 

Commento francescano

 

Dagli studi su Francesco di Assisi emerge che il Santo imparò, oltre al latino e al volgare, anche il francese e il provenzale. Probabilmente grazie al papà (Pietro di Bernardone), mercante che commerciava anche in terra di Francia e alla mamma (Jeanne de Bourlemont, detta Pica), a quanto sembra nativa della Provenza.

C’è un brano delle Fonti Francescaneche quasi fa eco al racconto della Pentecoste secondo gli Atti degli Apostoli: «Animava tutti, con grande zelo, a restaurare quella chiesa [di San Damiano], e parlando in francese predisse chiaramente, davanti a tutti, che lì accanto sarebbe sorto un monastero di vergini consacrate a Cristo. Del resto, ogni volta che era pieno dell’ardore dello Spirito Santo, parlava in lingua francese per esprimere il calore esuberante del suo cuore».La lingua nativa, quindi, diventava nel Poverello la lingua del cuore che spontaneamente usava quando si sentiva mosso, nel parlare, dallo Spirito di Dio (Vita seconda di Tommaso da Celano 13: FF 599)

 

Orazione finale

 

Spirito Santo, Mare d’amore, donaci voce che annunci la pace;

Vento che aiuti a portare il dolore, facci sognare ciò che a Dio piace:

figli e fratelli nell’unico Padre, membra dell’unica Chiesa, ch’è Madre.

Fuoco che bruci ciò che “non è”, dacci di amare come ami Te. Amen

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