In strada qualcuno cantava.
«Un canto» disse Caterina. «Cosa succede?».
«Un’altra processione, credo» le rispose il sarto. «Ce ne sono diverse ogni giorno, da quando la maledizione si è abbattuta su di noi. E le chiese sono piene. Ho sentito anche di nuove confraternite religiose a cui partecipano sia nobili che gente comune».
«Quando ci rompiamo una gamba o un braccio, ci rendiamo improvvisamente conto di quanto ci fosse utile per intero. Hanno di nuovo iniziato a sentire il bisogno di qualcosa che si erano abituati a dare per scontato. Impariamo dalla sofferenza perché ci rifiutiamo di farlo in qualsiasi altro modo.»
(Louis de Wohl, “Vita di Caterina da Siena”)