Una delle trappole nascoste in ogni tentazione è l’idea che la fedeltà a Dio è incompatibile con la fedeltà a noi stessi, ossia che obbedire a Dio vuol dire farsi del male, decurtarsi, sminuirsi. La realtà è l’esatto contrario, le trasgressioni sono la via tragica dell’autodistruzione. Queste tentazioni assegnano agli appetiti, ai progetti e ai possessi dei ruoli assoluti, sembra che così ci si possa realizzare, ma così si diventa solo schiavi delle voglie, delle idee e delle cose. Durante la Quaresima la Chiesa ci chiede di compiere atti di preghiera, digiuno ed elemosina. Queste opere sono delle vere e proprie chiamate a ritornare alla verità e alla bellezza della nostra dignità, che è minacciata dall’inganno implicito in ogni tentazione. La sobrietà, la generosità e il camminare nel giusto rapporto con Dio tipici della Quaresima ci riportano al nostro vero posto nel mondo. Ci riempiono di quella pace, di quella libertà da noi stessi che sono parti integranti della nostra vera identità.
Fabio Rosini