PREGARE LO SGUARDO


Insegnaci, Signore, a passare da un’osservazione rapida e superficiale della vita a quella forma di attenzione che è già di per sé una pratica di ospitalità e di rispetto, e rende possibile un’etica della relazione.
Insegnaci a trascendere le visioni parziali, perché Tu hai creato i nostri occhi per osservare la complessità e l’interezza, che non dobbiamo temere ma imparare ad abbracciare progressivamente.
Insegnaci a mettere da parte la rigidità dello sguardo che si limita a giudicare ma non a ricostruire; che classifica rapidamente con un’etichetta invece di ascoltare profondamente; che dichiara senza speranza e perduti, quando la Tua chiamata è a cercare e a salvare.
Insegnaci la saggezza di vedere nella fragilità ciò che può essere una leva, nella sofferenza ciò che può rappresentare la forza, nelle stazioni spente della nostra traversata il luogo dove si nasconde il fuoco.
Insegna ai nostri occhi a sorprendersi dello spettacolo della vita – che è sempre nuovo per chi sa vederlo – conservando quel pizzico di innocenza che è il segreto costante della gratitudine e della gioia.
Insegnaci, Signore, a contemplare pazientemente, come un tutt’uno, il visibile e l’invisibile, il suono della parola che ascoltiamo e la musica del silenzio che ci visita, ciò che ci sembra ancora vuoto e ciò che crediamo sia già l’indiscutibile certezza di una presenza che ci accompagna e ci assicura.

José Tolentino de Mendonça

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