È impossibile dire qualcosa che abbia a che fare con la proposta di S. Francesco d’Assisi senza partire da quella grande parola a volte anche abusata che è la parola “umiltà”. Umiltà non è tanto svalutarsi o avere di sé una concezione sinistra o eccessivamente negativa; non è parlare male di noi stessi. Quando confondiamo l’umiltà con il parlare male di noi stessi o lo sminuirci, non abbiamo capito effettivamente cos’è l’umiltà. Una persona vive l’umiltà quando gli accade qualcosa nella propria vita che lo ridimensiona, che lo colloca di nuovo nella dimensione giusta; una persona veramente umile è una persona che ha di sé una considerazione realistica quindi né aumentata – che dovrebbe essere il nostro narcisismo -, né diminuita – che dovrebbe essere la nostra frustrazione -. Una persona umile non è né un narcisista né un frustrato! E’ una persona che ha di sé una concezione profondamente reale, e questo perché incontrando i propri limiti, incontrando esperienze della vita, incontrando l’amore di Dio, tutte queste esperienze lo hanno ridimensionato cioè lo hanno collocato in maniera reale all’interno dell’esistenza.
(Luigi M. Epicoco)