IL MIO AMICO È MORTO QUESTA NOTTE, SIGNORE – 23 Agosto 2019

         Il mio amico è morto questa notte, Signore, senza più fiato, senza più vita, lottando contro il cancro, fino all’ultimo istante, con la sua famiglia e i suoi amici medici.
         Non ti dico, Signore: «Poiché l’hai voluto, sia fatta la tua volontà», ancor meno: «la tua santa volontà». Ma ti dico, sottovoce… Sottovoce perché molti, ahimè, vicino a me non capirebbero mai. Ti dico, Signore: «Il mio amico è morto… E non potevi farci nulla. Nulla di quanto pazzamente io sognassi. Nulla di quanto pazzamente io sperassi». E piango straziato, mutilato. Ma il mio cuore è in pace, perché questa mattina ho capito un po’ meglio che Tu piangevi con me.
         Sì, Signore, ho capito… Grazie a Te, grazie al mio amico, ma ti prego aiutami a crederlo che Tu non vuoi la morte, ma la vita, e che più di tutti noi, perché ci ami di più, soffri nel vedere morire anzi tempo molti tuoi figli. Ho capito che, salvo rare eccezioni, ed è qui il tuo mistero, nella lotta contro le malattie, per rispetto, per amore mai volevi prendere il nostro posto, ma ci offrivi sempre di soffrire e di lottare con noi. Ho capito… Perché il mio amico, o Signore, non ha preteso un miracolo ma ha chiesto per i suoi amici medici la capacità di ricercare e lottare fino alla fine. Ha implorato per sé il coraggio di soffrire, di accettare i due interventi, le cure e tutti gli esperimenti perché altri dopo di lui potessero soffrire meno, e un giorno anche guarire.
         Per i suoi cari non ha chiesto la grazia della rassegnazione, ma quella di difendere la vita, di rispettarla, di svilupparla e fino alla fine, cullato dalla musica che amava, per tutti ha chiesto… la gioia di vivere.
         Il mio amico, o Signore, non ha offerto la propria sofferenza, perché la sofferenza – diceva – è un male e Dio non ama la sofferenza. Ha offerto, invece, la sua lunga e dolorosa battaglia contro la sofferenza.
         Miracolosa energia questa forza che da lui si irradiava, grazie a te, Signore, questo supplemento di amore e di fede necessari per non disperarsi ma credere che questa vita, per opera Tua, risuscita oltre la morte!
         Alla fine, o Signore, il mio amico non ha offerto la sua sofferenza, ma come Te, con Te – o Gesù mio Salvatore! – ha offerto la sua vita, perché noi, noi vivessimo.
         Il mio amico è morto questa notte, Signore, e io piango, ma il mio cuore è in pace, perché il mio amico è morto questa notte, ma con Te mi ha dato la vita.

         (Michel Quoist, “Cammino di preghiera“)

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