Se un tifoso del calcio è ingaggiato in una squadra e la squadra incomincia a andare giù, giù, giù, si domanda: “Come faccio a stare in questa squadra?”. Forse lui dice: “No, non va, cambio squadra”. Se non ha una passione grande per quella squadra, ma ha la passione per il calcio, sceglie un’altra squadra che giochi meglio. Cambia squadra, cambia istituzione. Ma l’appartenenza alla Chiesa, prima di tutto, non è un’appartenenza a un’istituzione, è un’appartenenza alla persona, a Gesù. La Domenica delle Palme Gesù era in trionfo; quando ha fatto la moltiplicazione dei pani, volevano farlo re – una bella istituzione quella! –, ma il Venerdì Santo era crocifisso. Si tratta di seguire Gesù, non le conseguenze di Gesù. Non le conseguenze sociali: se è grande la Chiesa o se è piccola… No, ma Gesù. Seguirlo nei momenti tranquilli, quando la Chiesa fiorisce; e seguirlo nel momento in cui la Chiesa è in crisi. Prendi la storia della Chiesa: con la Chiesa è andata così. La Chiesa non l’hanno portata avanti grandi organizzazioni, grandi partiti politici, grandi istituzioni…. No. La Chiesa è stata portata avanti dai santi. Al giorno d’oggi saranno i santi a portarla avanti, non noi, neppure il Papa. No, i santi. Loro fanno strada davanti a noi. E perché i santi? Perché seguono Gesù. La fede non è un’idea: è un incontro con Gesù.
(Papa Francesco ai giovani della diocesi di Grenoble-Vienne, Settembre 2018)