UNA PACE “FATTA IN CASA” – 1 Giugno 2019    

            Convinciamoci che, nella misura in cui i cantieri della guerra sono sempre più affidati a selezionatissimi supertecnici che decidono per tutti, le officine della pace devono avere l’uomo generico come operaio qualificato, e la gente comune come corpo specializzato cui affidare l’ingegneria della tranquilla convivenza dei popoli.
     

 Fabbrichiamo la pace fatta in casa, senza aspettarcela dalle «erogazioni di stato». Prendiamo coscienza che i cuori disposti al perdono e alla comunione sono l’unica miniera da cui si estrae la materia prima della pace, senza la quale anche le più autorevoli cancellerie diplomatiche potranno offrire solo ambigue sofisticazioni e sterili surrogati.

(don Tonino Bello)

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