LECTIO DIVINA – 23 Dicembre 2018 – IV Domenica di Avvento / C

                         

 

           Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

 

La storia non va avanti a caso, ma c’è un progetto di Dio che si svolge attraverso gli accadimenti. Sempre, anche quando le righe tirate da noi uomini sono più o meno “storte”, Dio si degna di scriverci e sempre scrive diritto; chi crede a quel progetto iniziale lascia spazio alla pace del cuore e come Maria è beato. È docile allo Spirito, che conduce al compimento di ogni bene.

 

Testo e commento alle Letture

 

Dal libro del profeta Michea (Mi 5,1-4a) 

Così dice il Signore: «E tu, Betlemme di Èfrata,

così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,

da te uscirà per me

colui che deve essere il dominatore in Israele;

le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.

Perciò Dio li metterà in potere altrui

fino a quando partorirà colei che deve partorire;

e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.

Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,

con la maestà del nome del Signore, suo Dio.

Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande

fino agli estremi confini della terra.

Egli stesso sarà la pace!».

 

Il profeta Michea annuncia con qualche secolo di anticipo che una donna «deve partorire»; «dall’antichità» Dio prepara in Cristo un progetto d’amore per gli uomini. Se per assurdo fosse toccato a noi di scegliere, avremmo scartato un villaggio piccolo come quello di Betlemme per farvi nascere «colui che deve essere il dominatore in Israele», ma i piani di Dio spaziano più dei nostri, come diverso è il dominare secondo i suoi pensieri: «Egli stesso sarà la pace!». «Dai giorni più remoti» Dio dispone per il suo popolo un futuro di pace, quella sicurezza” frutto della fede che Lui dona e che può raggiungere non solo ogni parte del mondo, ma perfino gli «estremi confini» del cuore umano.

 

Dalla Lettera agli Ebrei (Eb 10,5-10)

 Fratelli, entrando nel mondo Cristo dice:

«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,

un corpo invece mi hai preparato.

Non hai gradito

né olocausti né sacrifici per il peccato.

Allora ho detto: “Ecco, io vengo

-poiché di me sta scritto nel rotolo del libro-

per fare, o Dio, la tua volontà”».

Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costruire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

 

L’autore della Lettera agli Ebrei riconosce nel Cristo colui a cui aveva dato voce il Salmista cantando «un corpo mi hai preparato». Nella sua incarnazione il Verbo fatto uomo prende coscienza pian piano della volontà di Dio su di se e a questa aderisce. Per Lui il Padre ha preparato un corpo. Ciascuno è stato scelto per fare la sua volontà attraverso una vocazione particolare, dietro l’esempio del Cristo e grazie alla redenzione operata da Lui attraverso la quale siamo stati santificati.

 

Testo e commento al Vangelo

           

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)

 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

Non ci sono dubbi che, più di ogni altro discepolo, Maria la madre del Signore ha consentito a ciò che Dio le ispirava credendo nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. «Si affida alla novità di Dio senza esigere neppure un minimo segnale di garanzia» (don Tonino Bello). Per questo è beata, proprio per questo è felice di quella gioia che nessuno può mai derubare. E la stessa gioia trasmette a chi incontra: «Appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo», le dice Elisabetta. Non potrebbe essere già questa, con semplicità, una missione a portata di tutti: accogliere la gioia che viene dalla fede e contagiarne un po’ chi incontriamo sul nostro cammino?

 

Commento patristico

 

«Maria, come portata dal desiderio, tutta slancio e dedizione, nella sollecitudine che scaturisce dalla gioia, si diresse verso la regione montana. E subito si manifestano i benefici dell’arrivo della Vergine e della presenza del Signore. Perché, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le esultò nel seno ed ella fu ricolma di Spirito Santo (Lc 1, 41). Il bambino esultò e la madre fu ripiena di Spirito Santo. Giovanni ha esultato e ha esultato anche lo spirito di Maria. E, all’esultanza di Giovanni, Elisabetta è ripiena di Spirito Santo… Beata tu che hai creduto (Lc 1, 45). Ma anche voi siete beati, perché avete udito e creduto. Ogni anima che crede, concepisce e genera la parola di Dio, riconoscendone le opere. Che in ciascuno di voi ci sia l’anima di Maria, per glorificare il Signore; ci sia lo spirito di Maria per trasalire di gioia in Dio. Se una sola è madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede invece Cristo è generato da tutti».

(Sant’Ambrogio)

 

Commento francescano

 

«Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, tutta l’anima e la mente, con tutta la forza e amano i loro prossimi come se stessi, e hanno in odio i loro corpi con i loro vizi e peccati, e ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno frutti degni di penitenza:

oh, come sono beati e benedetti quelli e quelle, quando fanno tali cose e perseverano in esse; perché riposerà su di essi lo Spirito del Signore, e farà presso di loro la sua abitazione e dimora; e sono figli del Padre celeste del quale compiono le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.

Siamo sposi, quando l’anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù Cristo per virtù di Spirito Santo. Siamo suoi fratelli quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli. Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio».        

(S. Francesco, 1Lf 1-10: FF 178/1-178/2)

 

 

 Orazione finale

 

O Dio, che hai scelto l’umile figlia d’Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

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