Pietro aveva appena rinnegato il suo Maestro per la terza volta, che “il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: ‘Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte’. E uscito, pianse amaramente” (Lc 22, 61-62). Che cosa ha significato quello sguardo per Pietro, possiamo solo immaginarcelo. Non fu certo una condanna: “Non sono venuto per condannare” dice Gesù stesso (Gv 12,47). E questo proprio nel momento in cui Pietro è venuto meno nei confronti di Gesù e si scopre in flagrante delitto di tradimento. In quella precisa situazione lo sguardo d’amore di Gesù lo tocca e lo ferisce e, nello stesso istante, gli offre il suo perdono d’amore.Gesù infatti, con quello sguardo d’amore, non ha abbandonato Pietro alla sua sofferenza e alla sua disperazione, ma gli ha fatto dono, di persona e all’istante, di in nuovo segno del suo amore. Chi ha potuto sperimentare un simile sgorgare di amore e di misericordia sarà anche il primo e il migliore testimone dell’amore. ” E tu, una volta avveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).