«La ragazzina è tormentata» disse monna Lapa «e io la curerò. C’è un rimedio molto efficace, il lavoro».
«Ma non è pigra» protestò Giacomo «qualunque cosa le si chieda, lei…».
«Lo so, non ho mai detto che fosse pigra. Ma sta da sola la maggior parte del tempo, quel tempo che una ragazza sana userebbe per…».
«…Mettersi in mostra, lanciare occhiate ai giovanotti, cantare canzoni d’amore, prepararsi a questa o quell’occasione».
Lo fissò furiosa. «E cosa c’è di male in questo, Giaco? Lo fanno tutte le ragazze normali, inizia con il corteggiamento e finisce sull’altare della cattedrale. È quello che ho fatto io, e se non fosse stato per questo Giacomo Benincasa non avrebbe fatto una prima visita ai miei genitori, e di conseguenza non avrebbe chiesto di sposare la loro figlia Lapa. Il modo in cui Caterina si comporta non è normale, è sbagliato e io la curerò, fosse l’ultima cosa che faccio».
(Louis de Wohl, “Vita di Caterina da Siena”)