IL MARTIRIO OCCULTO DELLA TESTIMONIANZA QUOTIDIANA (Un percorso con i Padri della Chiesa) – 28 Gennaio 2018

    Non sono persecutori solo quelli che si vedono, ma anche quelli che non si vedono. Anzi, sono molto più numerosi questi ultimi. Ci perseguita l’avidità, ci perseguita il desiderio di successo, ci perseguita la lussuria, ci perseguita la superbia, ci perseguita l’impudicizia. Questi sono i persecutori più duri: quelli che, senza ricorrere alla minaccia della spada, stritolano spesso lo spirito dell’uomo, quelli che espugnano l’animo dei credenti più con le lusinghe che con le minacce.
    Ogni giorno sei chiamato a essere testimone di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito dell’impudicizia, ma il timore del futuro giudizio di Cristo ti ha vietato di violare la castità dello spirito e del corpo? Sei un martire di Cristo. Sei stato dallo spirito di avidità tentato di occupare le proprietà di un orfano minorenne, di violare i diritti di una vedova indifesa, eppure la considerazione delle prescrizioni celesti ti ha convinto a portare aiuto piuttosto che a recare danno? Sei un testimone di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di superbia, ma lo spettacolo del povero e del bisognoso ti ha messo a misericordiosa compassione e hai amato più l’umiltà e la prepotenza? Sei un testimone di Cristo. Ancora di più: non hai dato testimonianza solo a parole, ma anche con l’opera. Chi è testimone più attendibile di colui che professa la sua fede nell’Incarnazione del Signore Gesù, osservando fedelmente le prescrizioni del  Vangelo? Infatti, chi ascolta e non fa, rinnega Cristo; anche se lo confessa a parole, lo rinnega nei fatti. Vero testimone è l’uomo che testimonia confermando con i fatti l’adesione ai precetti del Signore Gesù. Quanti dunque sono, ogni giorno, i martiri occulti di Cristo e confessori del Signore Gesù! Quanti, invece, hanno professato la loro fede all’esterno e l’hanno rinnegata all’interno!
    C’è chi viene in chiesa perché aspira a una carica, visto che gli imperatori sono cristiani: con un atteggiamento di falso timore di Dio finge di elevare una preghiera, si inginocchia e si prostra fino a toccare terra, mentre non piega il ginocchio del suo spirito. La gente lo vede, lo giudica un cristiano. La gente lo vede pregare umilmente e gli presta fede, ma Dio sente che quello lo rinnega. Esce di chiesa elogiato dall’uomo, ma condannato dal giudice. Oh, quanto meglio sarebbe stato se quello fosse stato un ateo per la gente e un credente agli occhi di Dio! Anche se pure questa discrepanza sarebbe criticabile, perché una perfetta professione di fede esige la devozione dell’anima e la proclamazione della voce: «Con il cuore si crede per la giustizia, mentre dalla bocca esce la professione di fede per la salvezza» (Rm 10, 10).

Ambrogio

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