Is 60,1-6; dal Sal 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12
L’Epifania è la manifestazione del Signore, la sua rivelazione a tutte le genti. E’ la festa della luce, perché è Gesù la luce dell’umanità.
Il desiderio dell’uomo che cerca Dio nell’Epifania si realizza. I Magi sono partiti, hanno scrutato nella notte l’orizzonte lontano, si sono resi disponibili all’incontro e hanno così contemplato la Luce. Accettiamo di entrare anche noi con i Magi nella grotta di Betlemme, sforzandoci di vedere largo, oltre, frequentando chi è diverso.
Commento alle letture
Nella prima lettura, tratta da Isaia (60, 1-6), il profeta vuole trasmettere un messaggio di speranza ai deportati d’Israele: “Alzati, rivestiti di Luce, perché viene la tua luce”. Vieni messo in rilievo il progetto salvifico di Dio, che consiste nell’unità di tutti gli esseri umani, al di là delle differenze di razza, di etnia e di cultura. Se eliminiamo le divisioni tra di noi è possibile accogliere le diversità, essere creatori di unità e camminare insieme agli altri nella ricerca della vera Luce.
Nella seconda lettura, l’Apostolo Paolo (Ef 3,2-3a.5-6) ci annuncia che in Gesù ogni barriera è abbattuta e i pagani sono partecipi come i Giudei della salvezza. Paolo è lo strumento che manifesta quanto Dio desidera la salvezza di ogni uomo e la sua testimonianza è vera perché si unisce a quella degli altri apostoli e dei profeti. Così nella Chiesa siamo chiamati unitamente ai nostri fratelli a costruire il Regno di Dio, a collaborare insieme per vivere il vangelo nella nostra quotidianità.
Commento al Vangelo
Il Vangelo di oggi (Mt 2,1-12) si apre con l’adorazione dei Magi a Betlemme, luogo di nascita di Davide e luogo di origine del Re messia. La stella nell’antico Oriente era il segno di un dio. L’arrivo dei Magi è il segno che in Gesù si compiono le promesse antiche, i lontani accolgono il Messia mentre i vicini rifiutano la salvezza. I pagani che vengono ad adorarlo portano a termine la profezia di Isaia, secondo la quale Gerusalemme sarà casa di preghiera, di salvezza per tutti i popoli. Con la nascita di Gesù ogni uomo può avere accesso alla salvezza di Dio.
I magi rappresentano ciascuno di noi che dobbiamo camminare nell’amore alla ricerca di Dio aiutati dalla fede, a volte con alcune paure e difficoltà ma anche attese e speranze e guidati dalla stella: cioè guidati dalla sapienza del vangelo, dal vero bene che muove i nostri desideri più profondi.
Ma dove possiamo trovare a questo Re bambino? La gioia del cuore ci dà una indicazione precisa dove poter trovare Dio, cioè nel nostro cuore. Lo vediamo anche presente nei nostri fratelli nella misura in cui amiamo come Lui e desideriamo accogliere la Sua presenza attraverso il volto di chi ci è accanto e in ogni uomo.
Commento francescano
Santa Chiara, nel suo Testamento, ci ricorda che per lei era molto importante riconoscere la misericordia e la tenerezza di Dio e queste si manifestano concretamente nelle relazioni con le sorelle, perciò invitava ciascuna sorella a vivere nella carità, dimostrando con la vita l’amore che Cristo ha donato nel nostro cuore. Non solo un amore verso i più vicini ma verso tutti, soprattutto i più lontani, perché per Dio non esistono più barriere, né frontiere, siamo in Lui un solo corpo.
“Per la sola misericordia e grazia del Donatore, lo stesso Padre delle misericordie, le sorelle effondano sempre il profumo della loro buona fama su quelle che sono lontane, come su quelle che sono vicine. E amandovi a vicenda nell’amore di Cristo, quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere, affinché le sorelle, provocate da questo esempio, crescano sempre nell’amore di Dio e nella mutua carità” ( FF 2846- 2847).
Orazione finale
Grazie Padre per averci rivelato il tuo progetto di salvezza per noi in Gesù Cristo, donaci la capacità di essere uniti nel tuo nome, aiutaci a manifestare con piccoli gesti quotidiani ai nostri fratelli l’amore che tu hai per ciascuno di noi. Amen.