I BINARI DI UN AMORE VERO- VI DOMENICA T.O./A

12 febbraio 2023 – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/A

 

Riempire d’amore la Legge, le regole, quando, a causa delle abitudini su cui naturalmente tendiamo a sederci, diveniamo tiepidi esecutori, attori che vivono di rendita: è il pungolo del Vangelo della VI Domenica del Tempo ordinario, lo stimolo che puntualmente ci strappa alla mediocrità spirituale, esistenziale, affettiva.

 

Dal libro del Siràcide (15, 15-20)

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;

se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.

Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:

là dove vuoi tendi la tua mano.

Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:

a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.

Grande infatti è la sapienza del Signore;

forte e potente, egli vede ogni cosa.

I suoi occhi sono su coloro che lo temono,

egli conosce ogni opera degli uomini.

A nessuno ha comandato di essere empio

e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

   

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2, 6-10)

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

 

 

Dal vangelo secondo Matteo (5, 17-37)

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio”; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]

 

Gesù non elimina nulla dell’uomo, nemmeno una virgola: i comandamenti, i precetti, anche minimi, sono i binari che indirizzano l’amore perchè giunga a destinazione con tutta la sua forza. Si tratta, però, di binari, non di argini che lo devono limitare e contenere: così penserò che basta che non abbia ammazzato nessuno per sentirmi a posto, mentre continuo a disprezzare e vessare le persone che ho accanto.

L’amore vero non si improvvisa, ma è frutto di disciplina, di scelte coraggiose. L’unica cosa che va estirpata è il male: nello specchio della Scrittura, della Parola di Dio, vedo il mio occhio torbido, la mia mano rapace, e scelgo di estirparla per evitare il contagio di tutta la mia persona e dell’ambiente intorno.

Un amore così pieno sembra impossibile da vivere, eppure ognuno di noi vorrebbe essere amato così. Anzichè cassare brani come questo ritenendoli non alla nostra portata, anzichè ammorbidirli, mettiamoli in pratica, lasciamoci condurre un passo alla volta: anche noi, come Gesù con l’Antico Testamento, non facciamo cadere nemmeno uno iota delle parole del Nuovo. 

 

 

Commento francescano

Gli Scritti e le vite di Chiara e di Francesco sono un modello di amore portato a compimento: spesso anche loro ci sembrano irraggiungibili, eroici, esagerati… hanno anche pagato il prezzo di questo amore, non sempre compreso e ricambiato. Eppure, anzichè attenderlo da altri, lo hanno offerto, pieni di fiducia nella Parola di Dio e negli insegnamenti di Cristo, sempre citati, sempre al centro dei loro discorsi e alla radice delle loro azioni.

«Se accadesse – non sia mai! – che tra sorella e sorella per una parola o un segno talvolta nascesse occasione di turbamento o di scandalo, quella che avrà dato causa al turbamento, subito, prima di offrire davanti al Signore il dono della sua orazione, non solo si prosterni umilmente ai piedi dell’altra domandando perdono, ma anche la preghi con semplicità di intercedere per lei presso il Signore che le sia indulgente. L’altra poi, memore di quella parola del Signore: Se non perdonerete di cuore, nemmeno il Padre vostro celeste perdonerà a voi, perdoni generosamente alla sua sorella ogni offesa fattale» (Regola di Santa Chiara IX, FF 2803).

«E i frati non si adirino, perché chiunque si adira con il suo fratello, sarà condannato al giudizio; chi avrà detto al proprio fratello «raca», sarà condannato nel sinedrio; chi gli avrà detto «pazzo», sarà condannato al fuoco della Geenna. E si amino scambievolmente, come dice il Signore: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate scambievolmente come io ho amato voi» (Regola non bollata XI, FF 37).

 

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