FRANCESCO, UOMO RESPONSABILE – 29 Agosto 2017

Francesco, uomo responsabile – 29 agosto 2017

[110]     Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.
[111] E il Signore mi dette tale fede nelle chiese che io così semplicemente pregavo e dicevo: 
Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo 
qui e in tutte le tue chiese
che sono nel mondo intero,
e ti benediciamo, 
perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

dal  TESTAMENTO DI FRANCESCO D’ASSISI (Fonti Francescane 110 – 111)

Nel Testamento la prima e fondamentale notizia offerta da Francesco è molto chiara e precisa: non è stato lui a scegliere quella vita. Essa non fu il frutto di un calcolo e piano religioso per realizzare un progetto personale di vita migliore e più perfetta. Tutto gli fu dato da Dio.

Alla sorpresa dell’agire di Dio, corrisponde però la libertà e la risolutezza con cui Francesco aderisce all’iniziativa divina. Di fronte al Dio che fa la storia, vi è è un uomo che responsabilmente assume un ruolo attivo: prende posizione e aderisce agli avvenimenti riconosciuti come luoghi, misteriosi ma anche sicuri, del mostrarsi della volontà del Signore. In questo rapporto tra Dio e Francesco, nasce e si sviluppa l’esistenza cristiana definita nella sua globalità come un «vivere nella penitenza» cioè come un riconoscimento dell’agire sorprendente di Dio e un’adesione a Lui nella libertà per lasciarsi condurre dalla volontà divina.

Il racconto fatto dal Santo sulla sua crescita cristiana fissa due importanti doni ricevuti da Dio che costituirono la sua identità: Dio gli donò l’incontro con il volto dei lebbrosi per fare con essi misericordia e il volto del Cristo crocifisso ed ecclesiale per aderire ad esso nella fede. Gli fu chiesto di diventare un uomo di misericordia e un uomo di fede: essi divennero i caratteri risolutivi della sua persona. In ambedue i momenti, gli fu chiesto di uscire da sé, cioè di liberarsi dall’antico male, rappresentato dall’autocentratura, per guardare ad un altro volto, consegnandosi ad esso nella misericordia e nella fede. Solo un uomo che ha vissuto la misericordia con gli ultimi, mediante la logica del dono gratuito realizzato attraverso il meccanismo dell’abbassamento e della sostituzione, potrà scoprire il mistero del volto crocifisso e riconoscerlo anche nei tratti della Chiesa; come, d’altro canto, solo lo sguardo di Francesco che adora Colui che per noi si è fatto lebbroso e resta presente nell’umiltà dell’Eucaristia potrà, poi, non fuggire davanti a quei volti scandalosi e per questo emarginati da tutti.

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