LECTIO DIVINA – TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE / A – 6 Agosto 2017

(Dan 7,9-10.13-14; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9)
se vuoi leggere le letture, clicca la riga sopra

“Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro…” (Mt 17,1). In questa liturgia domenicale dell’anno celebriamo la festa della Trasfigurazione, festa che ci ricorda che Gesù, vero Dio e vero uomo, è la nostra speranza. L’uomo non è legato solo alla morte, alla sofferenza e ad una vita senza senso: siamo invitati da Gesù a ‘guardare in alto’ perché la luce di Dio risplende nella nostra vita.

 

Commento  alle letture

Nella prima lettura (Dan 7,9-10.13-14), il profeta Daniele ha una visione in cui intravede “uno simile a un figlio d’uomo” (v.7,13) che prefigura il Messia atteso che viene nel mondo, portatore di pace e  speranza per il popolo d’Israele. La profezia di Daniele è portata alla sua pienezza in Gesù, ed è proprio lui che applicherà a se stesso l’espressione “figlio dell’uomo”, facendo riferimento sia all’aspetto più umano della sofferenza (Lc 22,22), sia a quello più divino di rimettere i peccati (Lc 5,24) e del giudizio finale (Lc 21,27.36).

Se vogliamo seguire veramente Gesù dovremmo camminare portando la Speranza in questo mondo che spesso non trova un senso; siamo chiamati a riscoprire il senso della storia attraverso Gesù e questo richiede un impegno di carità, di giustizia, di solidarietà, di responsabilità di fronte alla storia.

 

Nella seconda lettura (2Pt 1,16-19), l’apostolo Pietro ci testimonia la visione avuta sul monte: egli ha udito la voce di Dio che invita gli apostoli ad ascoltare il Figlio. Pietro ci dice  allora che seguire Gesù non è andare “dietro a favole artificiosamente inventate” ma che la sua fede è fondata sulla parola del Signore che lui stesso ha sentito. A sostegno della nostra fede, continua Pietro, abbiamo anche “la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come una lampada che brilla in un luogo oscuro”. Siamo chiamati nei nostri cuori ad ascoltare la luce  che ci viene dalla Parola di Dio, che è parola profetica e ci aiuta a vegliare e scrutare i tempi, a deciderci per il bene ed essere luce per gli altri nell’attesa dell’incontro definito con Cristo.

Commento al Vangelo

La luce che si irradia da Gesù nel momento della sua Trasfigurazione, con la presenza di Mosè  (la legge)  ed Elia (i profeti),  ci rivela la natura umana e divina di Gesù. La trasfigurazione appare come un anticipo della risurrezione. Gesù, il servo di tutti, “ il figlio dell’uomo”, l’amato dal Padre è la Parola d’ascoltare e da accogliere. Nella trasfigurazione c’è la rivelazione della legge nuova: “Questi è il Figlio mio, l’amato; in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”(17,5).

Anche noi un giorno saremmo trasfigurati, non solo il nostro corpo, ma le nostre imperfezioni, la nostra storia, peccati, limiti, ferite, fallimenti saranno avvolti  dalla tenerezza, dalla misericordia e dalla bellezza di Dio, la nostra vita sarà luminosa nella sua totalità. Nella attesa della sua venuta sta a noi accogliere il Figlio di Dio, vivere ed amare come Lui. Viviamo la Trasfigurazione quando, invece di pensare e ascoltare solo noi stessi, i nostri propri interessi, problemi e sofferenze, decidiamo di pensare e vivere come Lui ci ha insegnato, nella benevolenza verso ogni creatura e guardando con misericordia anche le nostre cadute. Solo la Misericordia del Padre, manifestata in Gesù Cristo, ci restituisce la nostra bellezza.  

Commento francescano

Santa Chiara d’Assisi, donna che ha vissuto tutta la sua vita nella dimensione della contemplazione, ci insegna che la preghiera, l’incontro con Cristo  ci  trasfigura non solo interiormente ma questo vero incontro si emana anche fuori trasformando i nostri atteggiamenti e donandoci la dolcezza di Cristo e la carità. Chiara, che ha fatto della sua vita un totale incontro con Cristo povero e Crocifisso, ha vissuto nell’amore perché era assidua alla preghiera. Alla scuola della preghiera ha imparato ad amare, ad essere benevola verso ogni creatura. La quarta testimone del suo Processo di canonizzazione ci racconta che lei:  “E nella orazione et contemplazione era assidua; e quando essa tornava da la orazione, la faccia sua pareva più chiara e più bella che ‘l sole. E le sue parole mandavano fora una dolcezza inenarrabile, in tanto che la vita sua pareva tutta celestiale” (FF 3002).

 

Orazione finale

Illumina, Signore, la nostra vita con la tua luce perché possiamo vivere servendo i nostri fratelli. Donaci il tuo Spirito affinché trasformi tutta la nostra vita nella luce del tuo amore. Ci abbandoniamo nelle mani del Padre come tu ci hai insegnato. Amen.

Articoli consigliati