SANTITA’ – 2 luglio 2017

Santità come dono, da parte di Dio, della sua stessa essenza divina, per cui in ogni cosa c’è del vero, del buono e del bello. E santità da parte dell’uomo nel desiderio di essere, di pienamente essere. Santo è colui che sogna lo stesso sogno di Dio, il sogno di una umanità composta nell’amore. Non solo non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, ma fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te stesso. Perché il non fare potrebbe sbocciare nell’indifferenza, o addirittura nel cinismo; mentre il fare ti porta sempre a un rapporto attivo, a un rapporto che non può non espandersi nell’amore. E questo sarebbe l’ideale di tutta l’umanità, la sola ultima salvezza del mondo. Cosa possibile a tutti.
Ha scritto Bernanos, “non c’è che una tristezza, quella di non essere santi”. Perché è la santità che alimenta e sorregge l’infinita inquietudine dell’uomo. Che sia così, amico lettore? Intanto prova a pensarci anche tu. E’ un discorso tutto da fare. Chissà che non ci torni, alla fine, il gusto di vivere (David Maria Turoldo, ‘Cammino verso la fede’).

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