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CRISTO E’ LA NOSTRA PACE – dalla Gaudete et Exsultate di Papa Francesco – 13 Maggio 2018

Cristo “è la nostra pace” (Ef 2,14) ed è venuto a “dirigere i nostri passi sulla via della pace” (Lc 1,79). Egli comunicò a santa Faustina Kowalska che “l’umanità non troverà pace, finché non si volgerà con fiducia alla Mia Misericordia”. Non cadiamo dunque nella tentazione di cercare la sicurezza interiore nei successi, nei piaceri vuoti, nel possedere, nel dominio sugli altri o nell’immagine sociale: “Vi do la mia pace”, ma “non come la da il mondo” (Gv 14,27).

cfr. GE 121

RALLEGRATI DEL BENE DEGLI ALTRI dalla Gaudete et Exsultate di Papa Francesco – 10 Maggio 2018

         Non ci fa bene guardare dall’alto in basso, assumere il ruolo di giudici spietati, considerare gli altri come indegni e pretendere continuamente di dare lezioni. Questa è una sottile forma di violenza. San Giovanni della Croce proponeva un’altra cosa: «Sii più inclinato ad essere ammaestrato da tutti che a volere ammaestrare chi è inferiore a tutti». E aggiungeva un consiglio per tenere lontano il demonio: «Rallegrandoti del bene degli altri come se fosse tuo e cercando sinceramente che questi siano preferiti a te in tutte le cose. In tal modo vincerai il male con il bene, caccerai lontano da te il demonio e ne ricaverai gioia di spirito. Cerca di fare ciò specialmente con coloro i quali meno ti sono simpatici. Sappi che se non ti eserciterai in questo campo, non giungerai alla vera carità né farai profitto in essa» (GE 117).

 

VIOLENZA VERBALE dalla Gaudete et Exsultate di Papa Francesco – 9 Maggio 2018

         Anche i cristiani possono partecipare a reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altrui. Così si verifica un pericoloso dualismo, perché in queste reti si dicono cose che non sarebbero tollerabili nella vita pubblica, e si cerca di compensare le proprie insoddisfazioni scaricando con rabbia i desideri di vendetta. E’ significativo che a volte, pretendendo di difendere altri comandamenti, si passi sopra completamente all’ottavo: «Non dire falsa testimonianza», e si distrugga l’immagine altrui senza pietà. Lì si manifesta senza alcun controllo che la lingua è «il mondo del male» e «incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna» (Gc 3,6).     
         La fermezza interiore, che è opera della grazia, ci preserva dal lasciarci trascinare dalla violenza che invade la vita sociale, perché la grazia smorza la vanità e rende possibile la mitezza del cuore. Il santo non spreca le sue energie lamentandosi degli errori altrui, è capace di fare silenzio davanti ai difetti dei fratelli ed evita la violenza verbale che distrugge e maltratta, perché non si ritiene degno di essere duro con gli altri, ma piuttosto li considera «superiori a sé stesso» (Fil 2,3).

SOPPORTAZIONE, PAZIENZA E MITEZZA dalla Gaudete et Exsultate di Papa Francesco – 8 Maggio 2018

         San Paolo invitava i cristiani di Roma a non rendere «a nessuno male per male» (Rm 12,17), a non voler farsi giustizia da sé stessi (cfr v. 19) e a non lasciarsi vincere dal male, ma a vincere il male con il bene (cfr v. 21). Questo atteggiamento non è segno di debolezza ma della vera forza, perché Dio stesso «è lento all’ira, ma grande nella potenza» (Na 1,3). La Parola di Dio ci ammonisce: «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità» (Ef 4,31).
         E’ necessario lottare e stare in guardia davanti alle nostre inclinazioni aggressive ed egocentriche per non permettere che mettano radici: «Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira» (Ef 4,26). Quando ci sono circostanze che ci opprimono, possiamo sempre ricorrere all’ancora della supplica, che ci conduce a stare nuovamente nelle mani di Dio e vicino alla fonte della pace: «Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori» (Fil 4,6-7).

 

CARATTERISTICHE DI SANTITÀ dalla Gaudete et Exsultate di Papa Francesco – 7 Maggio 2018

 

         Rimanere centrati, saldi in Dio che ama e sostiene: a partire da questa fermezza interiore è possibile sopportare, sostenere le contrarietà, le vicissitudini della vita, e anche le aggressioni degli altri, le loro infedeltà e i loro difetti: «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Questo è fonte di pace che si esprime negli atteggiamenti di un santo. Sulla base di tale solidità interiore, la testimonianza di santità, nel nostro mondo accelerato, volubile e aggressivo, è fatta di pazienza e costanza nel bene. E’ la fedeltà dell’amore, perché chi si appoggia su Dio (pistis) può anche essere fedele davanti ai fratelli (pistós), non li abbandona nei momenti difficili, non si lascia trascinare dall’ansietà e rimane accanto agli altri anche quando questo non gli procura soddisfazioni immediate.

CON FERMEZZA E SERENITÀ – 6 Maggio 2018

                    Sono manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo: sopportazione, pazienza e mitezza: «A partire da fermezza interiore è possibile sopportare, sostenere le contrarietà, le vicissitudini della vita… anche quando non procura soddisfazioni immediate» (GE 112). 
                   Il santo vive con gioia e ha il senso dell’umorismo; senza perdere il senso della realtà, affronta anche i tempi duri della croce con sicurezza interiore e serenità piena di speranza (cfr GE 122-128) (introduzione di Maurizio Gronchi).

ALLA LUCE DELLA MISERICORDIA – 5 Maggio 2018

                  Un essere umano con la mia stessa dignità ha diritto al mio amore perché infinitamente amato da Cristo (cfr GE 98). Occorre guardarsi dalle ideologie che separano le esigenze del Vangelo dalla relazione personale con il Signore. È sacra la vita dell’innocente non nato come quella del povero già nato, come pure la situazione dei migranti. «Il modo migliore per discernere se il nostro cammino di preghiera è autentico sarà osservare in che misura la nostra vita si va trasformando alla luce della misericordia» (GE 105) (introduzione di Maurizio Gronchi).

IL VANGELO CHE INTEGRA – 4 Maggio 2018

         «Il mondo delle dicerie, fatto da gente che si dedica a criticare e a distruggere, non costruisce la pace» (GE 87). La pace evangelica è impegnativa: non esclude nessuno, domanda apertura di mente e di cuore, «integra anche quelli che sono un po’ strani, le persone difficili e complicate, quelli che chiedono attenzione, quelli che sono diversi, chi è molto colpito dalla vita, chi ha altri interessi» (GE 89) (introduzione di Maurizio Gronchi).

CAPACI DI VERA FELICITÀ – 3 Maggio 2018

         La Parola del Vangelo illumina la vita quotidiana e, se glielo permettiamo, è capace di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita.
         In Matteo Gesù chiama beati coloro che hanno il cuore povero, aperto alla costante novità del Signore. Luca invece parla di essere ‘poveri’ e basta, «e così ci invita anche a un’esistenza austera e spoglia. In questo modo, ci chiama a condividere la vita dei più bisognosi» (GE 70). In un mondo in cui si litiga continuamente, sempre più regno dell’orgoglio e della vanità, la mitezza permette di sopportare i difetti altrui e di non stupirsi mai delle loro debolezze (cfr GE 72). In un mondo che preferisce ignorare e nascondere il dolore, «la persona che vede le cose come sono realmente, si lascia trafiggere dal dolore e piange nel suo cuore è capace di raggiungere le profondità della vita e di essere veramente felice» (GE 76) (introduzione di Maurizio Gronchi).

SFIDE PICCOLE  E GRANDI – 2 Maggio 2018

                 La Chiesa è santa e composta da peccatori, tutti colmati dei doni della Parola, dei Sacramenti, della vita comunitaria, ovvero dotati di mezzi adatti al proprio cammino. Sono soprattutto i piccoli gesti che fanno crescere nella santità, come scegliere di non dire male degli altri, ascoltare con pazienza le lamentele dei figli, fermarsi a parlare con un povero. Poi ci sono le sfide più grandi; altre volte è solo questione di fare meglio ciò che facciamo già (introduzione di Maurizio Gronchi).

 

UNA CHIAMATA PER TUTTI – 1 Maggio 2018

                    La chiamata alla santità riguarda tutti. «Ognuno per la sua via» – dice il Concilio (LG 11) -, senza scoraggiarsi quando i modelli appaiono inimitabili. Non ci sono regole fisse per tutti, ma molte forme esistenziali di testimonianza, perché la grazia si comunica a ciascuno in modo proprio e in certo senso irripetibile. Tra queste, il Papa sottolinea l’importanza degli stili femminili di santità. «Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova» (GE 14) (introduzione di Maurizio Gronchi).

 

‘GAUDETE ET EXSULTATE’ Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo di Papa Francesco (19 Marzo 2018) – 30 Aprile 2018

         Nell’Esortazione apostolica ‘Gaudete et Exsultate’di Papa Francesco ciascuno è incoraggiato a camminare col proprio passo, sostenuto dai «‘santi della porta accanto’, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, ‘la classe media della santità’» (GE7). Grazie a questi fratelli che lasciano dietro di sé un sovrappiù di amore, senza clamore, nella quotidianità, la Chiesa militante, pellegrina, feriale avanza come popolo paziente. «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere» (ibid) (introduzione di Maurizio Gronchi).

UNA PICCOLA GRANDE DONNA – 29 Aprile 2018

         «Suor Caterina Benincasa» disse lentamente Acuto. «È la donna che sosteneva la testa di quell’uomo durante la sua esecuzione?».
         «S-sì, generale» rispose fra’ Raimondo meravigliato. «È successo a Siena».
         L’inglese annuì. «Quella donna è l’unico vero uomo a Siena… E anche in qualche altro posto».

(Louis de Wohl, “Vita di Caterina da Siena”)