A CHI APRO LA PORTA?

Io credo che prima di ogni discorso di fede e di non fede, la prima cosa da fare è ascoltare la propria inquietudine. È l’inquietudine che fa dell’uomo un essere di domanda, di ricerca, di invocazione di bellezza, di verità, di senso. È il viaggio dall’esteriorità all’interiorità, dalla superficialità alla profondità. Credo che sia importante l’ascolto di quello che io chiamo il desiderio. Che cosa desideri davvero? Nel tempo del disorientamento, c’è un desiderio in me che mi orienta? Che mi orienti però in un certo modo! Perché io credo che ogni uomo che si interroga, dentro di se, ha l’anelito alla vita buona, che è conficcato nella coscienza, nella carne, nel cervello e nel DNA dell’uomo: l’anelito alla vita buona, la nostalgia di infinito. Il suo opposto invece è alla porta della mia coscienza. A chi apro la porta? Perché, attenzione, aprire la porta a ciò che è opposto a questo anelito significa aprire la porta a un qualcosa che è contro la tua profonda verità.

Giancarlo Bruni

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