Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli le mani. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
Mc 7,32-34
«Apriti!» è un comando che è stato rivolto a ciascuno di noi nel nostro Battesimo. Attraverso questa «guarigione», che ci permette di aprirci ad ascoltare e proclamare la parola di Dio, noi siamo stati fatti «credenti» e «profeti». Il gran numero di guarigioni di sordi, muti e balbuzienti che si trova nella Bibbia è inteso a farci comprendere che il profeta è incapace di parlare da sé, ma riceve da un Altro una parola che deve tramettere. Ed anche il popolo è incapace di ascoltare da sé, anzi spesso si tura le orecchie. In molte epoche della storia della salvezza i profeti sono stati colpiti da mutismo, e la parola non era più proclamata, perché le orecchie non erano aperte per ascoltare. Il mutismo è legato alla mancanza di fede. Invece quando i profeti parlano è segno che Dio è presente e la fede è ampiamente diffusa. Che avviene nella Chiesa, oggi? E nella Chiesa particolare in cui vivo, nella comunità di cui faccio parte? C’è l’ascolto della Parola? E il coraggio di parlare di Dio e con Dio?