NELLA COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO – 20 Agosto 2018

     «Furono portati a Lui dei bambini» (Mt 19,13). Non si tratta di ragazzi (paîs) ma di piccoli (paidíon), sotto i sette anni. Non fanno parte della comunità, perché ancora non sono in grado di conoscere e osservare la Parola. Non avrebbero la facoltà di intendere e di volere, si dice. Il bambino nell’antichità non era al centro dell’attenzione come lo è per noi. Chi contava era il maschio adulto, al cui servizio era la donna; il bambino ne avrebbe continuato il nome.                              

         «Perché imponesse loro le mani». Imporre le mani è segno di trasmissione di ciò che si è: induce continuità e identificazione tra sé e l’altro. Gesù trasmette ai bambini la sua benedizione di Figlio, il suo Spirito. Forse è un’allusione al battesimo. Certamente indica il diritto che i bambini hanno di partecipare all’assemblea dei figli di Dio, alla quale tutti apparteniamo per grazia e non per merito.

(P. Silvano Fausti, Commento a Mt 19,13-15)

Articoli consigliati