NOVENA DI NATALE – 22 Dicembre 2017

   Riprendendo tantissimi testi dell’Antico e del Nuovo Testamento, nel tempo che precede immediatamente la Solennità del Natale, la Liturgia ci fa invocare Cristo giorno per giorno con un titolo speciale diverso, come Sapienza, Signore, Germoglio di Iesse, Astro che sorge, Emmanuele.

   Ogni anno il 22 Dicembre, prima della proclamazione del Vangelo durante la Messa e prima del Magnificat nella preghiera vespertina,  preghiamo con simili parole:

O Re delle genti,

atteso da tutte le nazioni,

pietra angolare che riunisci i popoli in uno,

vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra.

   Cristo, Re delle genti, è l’atteso. L’italiano in realtà traduce con « atteso » ciò che nell’originale latino  recita desideratus.

   Un testo del Libro del profeta Aggeo (Ag 2,7) parla delle cose desiderabili che da tutte le genti sarebbero affluite nel tempio del Signore. Rileggendo quel passo alla luce di Cristo, S. Girolamo parla del desiderato di tutte le genti.

   È molto bello pensare a Lui, a Cristo, come il desiderato. Leggendo il Vangelo secondo Luca, quando si parla di Gesù che sta per mettersi a tavola con i suoi per l’ultima Cena, gli si fa dire: « Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi » (Lc 22,15). Con una traduzione letterale però di quel versetto secondo alcuni avrebbe detto: « Ho desiderato con desiderio ».  Quanto il Signore desidera stare con ciascuno di noi!

   La nostra vita con Dio è l’incontro di due desideri: il primo, eterno e incondizionato, è quello di Dio nei nostri confronti; il secondo è il nostro, che dipende dalla nostra adesione a Lui.

   Dio in Gesù Cristo è l’atteso, il desiderato di tutti gli uomini e di tutti i tempi. Anche se non tutti lo riconoscono, anche se non tutti ne sono consapevoli. Solo in Lui è la salvezza e la risposta di senso che ogni cuore cerca.

   E noi? Cosa aspettiamo? Chi attendiamo?

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