LA STORIA DEL MONASTERO

Suor Francesca Farnese e il Monastero delle Clarisse

 

La storia del Monastero delle Clarisse “S. Maria delle Grazie” di Farnese (VT) è legato alla vita della venerabile sr. Francesca Farnese (1593-1651) che ne è la fondatrice.
La principessa Isabella, in religione sr. Maria Francesca di Gesù e Maria, nacque a Parma il 6 gennaio 1593 dal duca Mario Farnese (i cui domini abbracciavano Farnese, Latera e Giove) e da Camilla Lupi, figlia del marchese di Soragna.
Il principe Mario e la marchesa Camilla si distinsero per la loro intensa pietà religiosa ed ebbero dodici figli. Tre dei maschi si consacrarono al servizio del Signore: il maggiore, Diofebo, divenne patriarca di Gerusalemme; Girolamo divenne Cardinale e Gian Paolo entrò nella compagnia di Gesù. Anche quattro delle figlie si consacrarono al Signore nell’ordine di Santa Chiara tra cui la nostra Isabella. Essa verrà seguita dalla piccola Vittoria che si chiamerà sr. Isabella, da Virginia e da Margherita.
Isabella trascorse l’infanzia a Parma presso la zia Isabella Pallavicino la quale, rimasta priva di prole, aveva espresso il desiderio di allevarla. Il vaiolo e una caduta su un braciere ardente deturparono il viso della bambina, che ritornò presso i genitori a Farnese.
Era usuale, in quel tempo, specie tra i nobili, affidare alle monache di clausura le proprie figlie perché ricevessero una sana educazione.  Così Isabella entrò come educanda nel Monastero delle Clarisse di S. Lorenzo in Panisperna a Roma, dove viveva anche la sorella del Duca Mario.
Suor Francesca Farnese qui maturò la sua decisione di entrare nella vita religiosa, comunicandola al padre che cercò di distoglierla favorendole una vita lussuosa e divertimenti profani.
Constatando la ferma decisione della figlia, il Duca Mario diede il suo consenso e Isabella, il 7 dicembre 1607, vestì l’abito religioso delle Clarisse di San Lorenzo a Roma. Si distinse per la stretta osservanza della regola e per il suo grande amore alla povertà.
Nasce in sr. Francesca il desiderio di una vita più austera e il pensiero di fondare essa stessa una nuova comunità di Clarisse.
Il Duca Mario prese a cuore questo desiderio della figlia e rivolse la sua attenzione al Convento dei Frati Minori di Farnese che, insieme alla Chiesa dedicata a San Rocco, era stato fatto costruire nel 1560 da Giulia Acquaviva moglie di Pier Bertoldo Farnese e madre del Duca. I frati, obbligati per tanti motivi alla casa Farnese, non ostacolarono la sua iniziativa e nel 1617 Mario Farnese chiese e ottenne dal papa Paolo V di poter affidare il Convento alla propria figlia, sr. Francesca, per instaurarvi un Monastero con proprie Costituzioni. Al monastero fu dato il nome di Santa Maria delle Grazie, in onore della Vergine Maria. Per i Frati Minori lo stesso Duca edificò un altro convento situato su un colle chiamato S. Umano, al quale fu trasportato il titolo di San Rocco.
Il Rescritto Apostolico del 1617 dava al Duca Mario facoltà “in temporalibus et spiritualibus” sul Monastero. Per guidare e dirigere la nuova fondazione si rivolse al monastero di S. Elisabetta di Amelia (Umbria) dove vivevano sua sorella sr. Violante Farnese e sr. Virginia degli Atti. Sr. Francesca riteneva, contrariamente alle decisioni del padre, che tuttavia accettò, che queste religiose non erano adatte a dirigere il Monastero perché in età avanzata, provenienti dal Terzo Ordine e difficilmente in grado di percepire le profonde motivazioni che l’avevano spinta alla nuova fondazione. Il 9 maggio 1618 sr. Francesca arriva a Farnese, insieme alla sorella sr. Isabella Farnese, e si dà inizio alla nuova comunità. L’ingresso avvenne in forma solenne partendo processionalmente dalla Chiesa Madre e alla presenza del Vescovo di Castro Mons. Brasavola, che introdusse le Monache nella clausura e lesse il Decreto apostolico con il quale veniva nominata Badessa sr. Violante, Vicaria sr. Virginia, e Maestra delle novizie sr. M. Francesca Farnese.
La nuova Fondazione stimolò molte giovani ad abbracciare la vita religiosa e molte di loro provenivano dai paesi della zona. La fervorosa Maestra insegnò loro la Dottrina Cristiana, la vita di preghiera e la meditazione, nonché a leggere e a scrivere.
Un aggravamento dell’idropisia, che l’aveva già colpita a Roma, e una grave malattia che colpì la sorella Vittoria (entrata anche lei in Monastero col nome di sr. Isabella), fu causa di tensione tra lei e l’Abbadessa sr. Violante che ne vide la causa nell’eccessiva vita di penitenza che conducevano. Così il Duca Mario, con l’approvazione della madre sr. Violante, mitigò e dispensò le religiose da alcuni punti della Regola, considerata troppo rigorosa. Sr. Francesca si sottomise in spirito di obbedienza, senza rinunciare al suo ideale, convinta che prima o poi avrebbe realizzato la forma di vita austera ed eremitica che desiderava.
Dopo la morte del Duca Mario nel 1619, l’autorità sul Monastero passò al figlio maggiore Diofebo, Patriarca di Gerusalemme, il quale non approvava il rigore della sorella e che cercò di far redigere le nuove costituzioni da alcuni Padri generali di diversi ordini religiosi. Queste ultime però non furono approvate dal Vescovo di Castro, che cominciò a redigerle delle altre che a sua volta non furono accettate dal confessore delle monache.
Intanto il Vescovo di Castro, mons. Alessandro Carissimi, ebbe in grande considerazione e stima sr. Francesca tanto che spesso si recava a Farnese per manifestarle i segreti della sua anima e chiedere consigli.
L’incoraggiò in quella riforma del Monastero che sr. Francesca stimava necessaria e le delegò il compito di redigerle il testo delle Costituzioni.
L’intenzione era quella di qualificare il Monastero come appartenete al Secondo Ordine Francescano che segue la Regola di S. Chiara approvata da Papa Urbano IV. E’ su quest’ultima Regola che furono redatte le Costituzioni di sr. Francesca. L’approvazione vescovile fu poi confermata definitivamente dal Papa Urbano VIII il 13 luglio 1638 che concesse un Cardinale protettore.
Nel 1624, a 31 anni di età, sr. Francesca viene eletta Abbadessa del Monastero. Una malattia, la palpitazione del cuore, la fecero rinunciare al suo ruolo di Madre; venne eletta Abbadessa la sorella sr. Isabella e sr. Francesca tornò ad occuparsi delle novizie.
Le Costituzioni davano alle monache la facoltà di vivere per qualche tempo completamente isolate, secondo uno stile di vita eremitica caro a sr. Francesca. Così nell’orto, attuale edificio scolastico, aveva fatto costruire capannelle di canne intessute di paglia e fieno, con un finestrino da un lato, disposte ad una certa distanza le une dalle altre. Chi lo desiderava, poteva utilizzarle; il cibo veniva portato da qualche consorella che in silenzio lo faceva scendere dalla finestrella. Fece costruire, nello stesso luogo, anche delle piccole cappelle dette “sette chiese” davanti alle quali le monache passavano pregando.
Le particolari Costituzioni, da lei pensate ed attuate per il Monastero di Farnese, dopo innumerevoli contraddizioni, furono in anni successivi estesi ai Monasteri di Albano, Palestrina e Roma, detti anche delle Monache Farnesiane.
Sr. Francesca Farnese viene nominata Abbadessa della nuova fondazione di Albano il l 8 marzo 1631. Il 22 aprile del 1638 giunge a Palestrina nel Monastero di Clarisse già esistente, estendendovi le sue Costituzioni e assumendo il titolo di Abbadessa. Ad Albano, dove sr. Francesca era ritornata, vedendo che le Monache erano sempre più disposte alla sua elezione come Abbadessa, pregò il Cardinale Protettore che la lasciasse vivere nel Monastero come una semplice novizia.
Dopo la partenza di sr. Isabella, sua sorella di sangue, dal Monastero di Farnese per quello di Palestrina, incominciarono a pervenire alla Madre Fondatrice notizie poco consolanti nei riguardi di Farnese che era da lei tenuto in grande considerazione e voleva che fosse un faro che illuminasse gli altri Monasteri. Molte delle Monache era continuamente ammalate a causa della grande umidità del terreno sovrastante il Monastero e per le acque delle cisterne mai bonificate.
A ciò si aggiungeva la grande povertà del Monastero le cui entrate erano costituite unicamente dal sussidio corrisposto dal Duca Pietro di Latera e che non permettevano di acquistare neanche i beni di prima necessità.
Venne deciso dal Papa un Breve di chiusura del Monastero di Farnese, stabilendo che le religiose fossero trasferite momentaneamente in altri istituti nell’attesa che si fabbricasse un nuovo Monastero a Roma nel rione Monti. In Farnese restarono alcune monache di buona salute e disposte a restare sul luogo. Il Duca di Latera, fratello di sr. Francesca, che non voleva che il Monastero chiudesse, fece purificare le cisterne perché le acque si conservassero potabili e sbancare una grande quantità di terreno intorno al Monastero che era causa dell’umidità. In breve tempo venne a cessare la causa per cui le monache si ammalavano e sr. Francesca si adoperò con ogni sollecitudine perché il Papa abrogasse il Breve dì chiusura del Monastero. Il 30 aprile 1642 il Papa, con un suo Breve Apostolico diretto al Cardinale Protettore, reintegrò il Monastero di Farnese, che uscì da questa prova rinnovato e con nuove vocazioni.
Il 2 giugno 1643 Madre Francesca si trasferisce nel nuovo Monastero della Concezione, nel rione Monti, dove, libera da ogni responsabilità di governo, poté darsi con più ardore a quelli che ella soleva chiamare ‘Devoti Esercizi Spirituali’ rendendosi nello stesso tempo utile alla comunità compiendo i servizi più umili.
Sr. Francesca muore il 17 ottobre 1651. Il funerale fu celebrato dal cardinale Francesco Barberini e venne sepolta nel cimitero del monastero di Roma. Le sue ceneri sono custodite nel Monastero di Albano.

Il monastero nei secoli successivi

Il 3 luglio 1810, durante la dominazione napoleonica, le monache dovettero lasciare il monastero e rifugiarsi presso parenti e benefattori. Con la fine del dominio napoleonico e il ritorno del Papa a Roma, si ritornò alla vita claustrale.
Con la soppressione del 1870, il Monastero viene indemaniato dal nuovo Stato Italiano dei Savoia.
Dopo il 1920 una parte viene sottratta alle monache per adibirla ad asilo infantile, insieme a tutto l’orto che fu usato per costruire l’edificio scolastico e il giardino pubblico.
Il monastero fu riscattato nel 1923.
Nel 1923 le monache accettano le Costituzioni Generali delle Clarisse.
Nel 1952 passano sotto la giurisdizione dell’Ordine dei Frati Minori.

 

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