“Poiché la tua grazia vale più della vita” (Sal 63, 4): “la tua benevolenza vale più della vita” è il grido di giubilo dei miseri e degli abbandonati, di chi è in pena e. di chi porta un peso oberante; è l’urlo di desiderio dei malati e degli oppressi; è il canto di lode dei disoccupati e degli affamati nelle grandi città; è la preghiera di ringraziamento dei pubblicani e delle prostitute, dei peccatori pubblici e privati.
Se vogliamo comprendere la benevolenza come dono di Dio, allora dobbiamo intenderla come responsabilità verso i fratelli. È già molto se abbiamo capito che la benevolenza di Dio ci conduce in una battaglia, che non è qualcosa che riceviamo e poi semplicemente abbiamo, possediamo, cosicché continuiamo a vivere un po’ più felici, un po’ più ricchi, ma in sostanza immutati.
Immaginiamo che proprio nel momento in cui noi ringraziamo Dio per la sua benevolenza nei nostri confronti, suonino alla porta, e vi sia là qualcuno che volentieri vorrebbe anch’egli ringraziare Dio per i doni più miseri, ma a cui questi sono stati negati e che con i suoi figli patisce la fame e va a letto amareggiato. Che ne sarà in un simile momento della nostra preghiera di ringraziamento? Vorremo forse dire che Dio è con noi misericordioso e con lui adirato, oppure che il fatto di avere ancora qualcosa da mangiare dimostra che abbiamo ottenuto presso Dio una posizione speciale e favorita? Ciao Dio misericordioso ci guardi dalla tentazione di una simile riconoscenza! Egli ci conduca alla vera comprensione della sua benevolenza.
Dio ci chiama alla responsabilità e noi rifiutiamo, perché siamo attaccati più noi stessi che a Dio!
Ma ora avviene il miracolo più grande che il mondo conosca. Quando ci siamo separati da Dio, in questo luogo la sua benevolenza ci segue e ci si rivela di nuovo come la promessa eterna di Dio in Gesù Cristo, oltre ogni colpa, oltre ogni vita. Soltanto colui che nel buio della colpa, dell’infedeltà, dell’ostilità nei confronti di Dio si sente toccato da quell’amore che mai finisce, che tutto perdona e che, oltre ogni miseria, indica il mondo di Dio, questi conosce veramente e pienamente cosa sia la benevolenza di Dio. (Dietrich Bonhoeffer, Imparare a pregare)